Un rotariano in Medioriente

Missione in Medioriente

 

Riuscire a rendere chiara la situazione in Medioriente è un compito arduo e difficile, ma durante la serata conviviale ho cercato di rapportare i fatti “acquisiti sul campo” nella maniera più intellettualmente onesta.

Forti sono gli interessi economici in campo, tali da controllare anche la stampa occidentale. In breve, la formazione del cosiddetto “Stato Islamico” è stata voluta fortemente, vista l’incapacità dei ribelli in Siria di avere ragione sul Governo di Assad. I dubbi dell’Unione Europea sono legati principalmente al fatto che i ribelli siriani non hanno una guida certa e riconoscibile e, soprattutto , al fatto che tra i gruppi ribelli vi sia una forte componente quaedista. I dubbi europei sono confermati dal fatto che gli stessi ribelli, riuniti da cinque giorni a Istanbul, non sono riusciti a trovare un accordo su chi debba rappresentarli in una possibile conferenza di pace sulla Siria. Di certo si sa che il gruppo principale è quello che fa capo all’Esercito di Liberazione Siriano (ESL), finanziato e armato dai Paesi del Golfo, che può contare cu circa 50.000 uomini divisi in battaglioni. Il comando di questo gruppo è in mano al Consiglio Militare Supremo (CMS) con sede in Turchia e composto da una trentina di membri in maggioranza ex componenti dell’esercito siriano. L’altro grande gruppo ribelle è il Fronte Islamico di Liberazione della Siria (FILS) che può contare su una trentina di brigate ma che è fortemente sospettato di infiltrazioni quaediste. Per il resto è un mondo estremamente frastagliato con gruppi spesso autogestiti che non rispondono a nessun comando, una sorta di “cani sciolti” difficilmente controllabili tra i quali ci sono tantissimi salafiti ed altri estremisti islamici. Questa situazione “frastagliata” spaventa molto i Governi europei che temono (a ragione) che le armi finiscano nelle mani sbagliate finendo così per alimentare il terrorismo, a ciò si aggiunge la massiccia fornitura ai miliziani dell’Isis di una droga denominata “captagon”, in realtà si tratta di anfetamine particolarmente potenti che aumentano coraggio e resistenza fisica. Per la prima volta sono state utilizzate durante le varie primavere arabe. Un elisir di coraggio per affrontare le repressioni di polizia, ma soprattutto una droga potente. Che ora verrebbe impiegata su larga strada per rendere più efficienti e quindi pericolosi e violenti i miliziani Isis.

Alla riunione dei Ministri degli Esteri della UE si è parlato anche del pericolo di un allargamento del conflitto siriano al Libano. Negli ultimi giorni gli scontri si sono concentrati pericolosamente nei pressi del confine libanese e la presenza di miliziani di Hezbollah è praticamente certa. A questo va aggiunta una pericolosa escalation interna allo stesso Libano in special modo nella città di Tripoli dove da giorni combattono sunniti (ostili ad Assad) e sciiti (sostenitori di Assad e legati a Hezbollah).

Un allargamento del conflitto in Siria al Libano sarebbe una tragedia che potrebbe essere favorita proprio dall’invio di armi ai ribelli siriani. Come si vede quindi la situazione in Siria non solo è altamente volatile, ma è talmente complessa che il minimo errore potrebbe comportare sia un allargamento del conflitto che un riarmo dei gruppi legati ad Al Qaeda – Isis. Non solo, in Siria si combatte una parte della “guerra oscura” tra Israele e Iran e ogni piccolo errore, sia da parte della UE che da parte russa, potrebbe scatenare anzitempo quello che sempre più appare un conflitto inevitabile, una guerra aperta tra Israele e l’Iran. Altre implicazioni di respiro più “internazionale” verranno alla luce con il proseguo della crisi, che appare sempre di più difficile risoluzione.

Giuseppe Di Giovanni

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