RYLA e RYLA Junior

Alberto Vanuzzo – Rotaract Club Padova Euganea

Le mie riflessioni sul Ryla 2014

“un’esperienza unica”, “la cosa più bella che tu possa fare da rotaractiano”, “un’opportunità da non perdere”: queste sono solo tre delle tante risposte positive che ho avuto dalle persone alle quali ho chiesto un’opinione sul corso Ryla. Sono uno studente universitario, e da poco tempo rotaractiano: le mie giornate sono piene di impegni, soprattutto legati allo studio, ma anche al lavoro nell’azienda di famiglia e alle attività sportive; tuttavia, ho deciso di partecipare al corso Ryla con entusiasmo e pieno di aspettative: ora, ripensando alla settimana passata a Castelfranco Veneto, posso soltanto dire di essere orgoglioso dell’opportunità che mi è stata data e che ho saputo cogliere. In estrema sintesi, credo che il valore del corso Ryla sia fondato su due aspetti: la panoramica delle realtà imprenditoriali locali e la socializzazione tra i partecipanti. Credo che per me e i miei coetanei, che ci affacciamo al mondo del lavoro in un momento così difficile a causa della recessione economica europea, le testimonianze dirette di alcuni imprenditori di successo siano molto utili come “guida” per la nostra futura carriera. Personalmente, ho trovato molto interessante l’esperienza raccontata dall’ingegner Albrizio: oggi si parla molto della Cina, ed è chiaro che può e potrà rappresentare un’opportunità di business anche per l’Italia, ma è indubbio che ci sono differenze culturali molto marcate, e questo può rappresentare un problema non facile da risolvere, soprattutto nella fase iniziale di un rapporto commerciale. Un altro intervento, legato alla competitività delle aziende italiane, che però si ricollega alla Cina è stato quello di Aldo Cafiero. Dalla sua esperienza nella produzione per note griffe della moda internazionale, emerge una conclusione chiara: le aziende italiane devono sfruttare il know-how manifatturiero e la grande creatività che da sempre contraddistingue il nostro paese; oggi, la capacità di creare prodotti che si posizionano al vertice del mercato per qualità e design rimane il grande valore aggiunto dell’Italia, e solo in questo ambito le realtà aziendali italiane possono avere un futuro e imporsi a livello internazionale nonostante la concorrenza di paesi, come appunto la Cina, con i quali è impossibile competere nell’ambito dei prezzi. Egli sostiene che ricerca e innovazione siano la salvezza delle imprese italiane. Alcune delle industrie che sono state visitate durante il corso rappresentano, in vari settori, proprio il successo dell’eccellenza italiana. Mi ha colpito molto, ad esempio, la visita alla “Dotto trains”: i prodotti che creano sono a dir poco particolari, e l’azienda ha saputo imporsi a livello internazionale nel suo settore, grazie al design, alla tecnologia e alla personalizzazione che ha saputo applicare ai trenini su gomma. L’azienda, guidata oggi da un management principalmente femminile, ha prodotto dal 1962 ad oggi più di 2500 treni; l’assistenza curata e l’affidabilità dei prodotti contribuiscono a mantenerne la leadership nel mercato. L’innovazione è una caratteristica che accomuna alcune industrie visitate durante il corso, Virosac e Breton in particolare. La prima è un’azienda produttrice di sacchetti per rifiuti e altri usi, che ha saputo imporsi sul mercato italiano con successo e, caso raro ad oggi, per essa rimane fonte della maggior parte del fatturato: Virosac è un’azienda creativa, che introduce nuovi prodotti ogni anno, deposita brevetti e cura ogni aspetto dell’organizzazione, dal marketing alla motivazione del personale. Breton è una realtà che opera in tutt’altro ambito, infatti produce macchine per la lavorazione della pietra naturale e composita, oltre a quelle per la lavorazione dei metalli: sono rimasto molto colpito quando ho saputo che, tra le varie commesse, Breton ha sviluppato parte della scocca dell’automobile da Formula 1 della scuderia Red Bull e degli aerei da guerra F135. Mi ha impressionato anche la dimensione e la tecnologia dei macchinari dei reparti di produzione, e soprattutto l’importanza per l’azienda del settore R&D, in cui operano ben 85 ingegneri: l’azienda è un vero polo di eccellenza tecnologica, che ha depositato finora ben 369 brevetti. L’innovazione in Breton è applicata a prodotti e processi a tutti i livelli, fino a quello manageriale: qualcosa che ricorda quanto fatto in passato da Toyota con la lean production. L’eterogeneità dei settori in cui operano le aziende visitate durante il Ryla ha secondo me reso ancora più formativa l’esperienza; in quanto studente di ingegneria elettronica sono chiaramente incuriosito e interessato al settore tecnologico ed alle attività ad esso legate: a tal proposito, sono stato entusiasta della visita ad H-Farm, il famoso venture incubator di Roncade (TV). In H-Farm mi ha colpito molto l’attenzione all’ambiente di lavoro e all’ecologia: tutti gli spazi sono studiati per favorire la creatività dei nuovi imprenditori e l’ecosostenibilità è un’elemento fondamentale. Ogni start-up ha il proprio spazio di lavoro in un “box” in materiale a basso impatto ambientale, con ampie superfici vetrate e il tutto è inserito nel contesto più rilassante e suggestivo: un’enorme parco immerso nella campagna trevigiana, dove gli antichi casoni sono stati restaurati nel rispetto della tradizione e adibiti ad uffici amministrativi e strutture direzionali. Ritengo che l’attenzione rivolta al contesto in cui le persone lavorano sia molto importante, sia dal punto di vista etico che professionale; aziende dei settori più diversi, da Google fino alla griffe della moda Brunello Cucinelli, senza dimenticare la Ferrari, sono considerati tra i migliori ambienti lavorativi al mondo per la qualità di vita nelle loro strutture, e sono però anche aziende ad altissima redditività. Credo che una struttura come H-Farm sia molto importante per il nostro territorio, perchè permette ai giovani talenti di esprimere le proprie potenzialità supportandoli nella fase iniziale della loro attività, fase che spesso risulta piena di difficoltà: l’azienda supporta lo sviluppo delle start-up offrendo spazi e servizi, e chiede in compenso il 10% delle quote delle nuove aziende che contribuisce a creare. Oltre alla visita agli spazi dell’azienda, la parte che mi è sembrata più interessante è stata l’illustrazione di nuovi temi sui quali le start-up future potrebbero focalizzarsi: dalla sharing economy alle smart houses, dalla sensoristica all’intelligenza artificiale, è stato dato un quadro dei trend tecnologici con le maggiori possibilità di sviluppo. Di notevole importanza è anche il master in “Digital Economics & Entrepreneurship”, svolto da H-Farm e riconosciuto dall’università Cà Foscari di Venezia. Sempre sul tema dello sviluppo delle start-up è stata incentrata la  visita alla “Fornace dell’Innovazione”, struttura realizzata con fondi europei e avente come sponsor la Camera di Commercio e vari istituti bancari; essa differisce da H-Farm dal punto di vista del modello di business, poichè non chiede quote delle nuove società che supporta ma semplicemente un canone mensile per i servizi offerti, e inoltre è orientata allo sviluppo di start up nell’ambito dell’artigianato piuttosto che verso l’high-tech. Durante il corso, è stato molto piacevole il pomeriggio dedicato all’arte; le visite guidate alla gypsoteca e al tempio di Antonio Canova sono state sicuramente interessanti ma anche coinvolgenti grazie alla bravura delle guide che ci accompagnavano: oltre alla competenza in materia, la loro simpatia e il loro carisma hanno sicuramente reso ancora più piacevole il tempo trascorso. Il Ryla è stata un’esperienza molto coinvolgente anche dal punto di vista della socializzazione; se non lo si prova, è difficile capire quanto si possano conoscere le persone vivendoci a fianco una settimana, dalla mattina alla sera: si condividono momenti di impegno e momenti di divertimento, ci si rapp
orta con gli altri e si possono sviluppare affinità e sinergie inaspettate. Le persone che ho incontrato sono tutti miei coetanei, con cui ho potuto confrontare e condividere le mie esperienze di studio e lavorative, e in alcuni casi anche le attività svolte nel Rotaract; oltre a ciò, ovviamente, è stato interessante lo scambio di opinioni riguardo le visite aziendali, le conferenze e le varie attività; spesso mi sono reso conto di quanti punti di vista diversi ci possano essere nell’analisi di un problema, o nella valutazione di una soluzione: questo credo sia estremamente utile perchè apre la mente a visioni differenti dalla propria. Un’attività alla quale ho partecipato con entusiasmo, e mi ha divertito molto, è stata la stesura del “Ryla press”: nonostante la partecipazione fosse facoltativa, non ho avuto dubbi a riguardo e, appena finita la spiegazione sull’attività da svolgere, ho confermato di voler entrare nella “redazione”. Sicuramente è stato un compito impegnativo: ogni sera, dopo cena, nonostante le giornate fossero estremamente intense e ricche di tappe, io e altri partecipanti abbiamo scritto e stampato gli articoli che compongono il giornalino che ogni anno viene redatto dai rylisti ed espone, talvolta in chiave ironica, le attività svolte durante tutte le giornate del corso. Sono molto orgoglioso di aver partecipato alla stesura: è stato un compito che ci ha sicuramente insegnato a lavorare in squadra, coordinando le esigenze e le capacità di tutti in base alle attività da svolgere; oltretutto l’aver lasciato un personale “ricordo” della mia partecipazione, che tutti i futuri rylisti potranno vedere, per me è stata una grandissima soddisfazione. Infine, ritengo sia stato significativo l’intervento del Governatore del Distretto Rotary 2060, l’architetto Roberto Xausa: credo che il corso Ryla serva anche per contribuire ad informare le persone su cosa sia il Rotary, quali attività svolge e quali sono le finalità. In tal senso, il Governatore ha citato, tra gli altri, il progetto internazionale “end polio now” per debellare la poliomelite, in collaborazione con la fondazione di Bill Gates e  i progetti rivolti ai disabili (handicamp). Ho trovato molto interessante anche l’approfondimento del tema della leadership, qualità che il Rotary si propone di sviluppare nei propri soci; in particolare, mi ha colpito la metafora riguardo il ruolo di presidente di un club, definito da Xausa più simile a “un direttore d’orchestra” che non un “domatore di leoni”: egli deve sapere, tra le altre cose, ascoltare, condividere, incoraggiare e contribuire a sviluppare nuovi leader.  Personalmente, sono orgoglioso di far parte del Rotaract, poichè credo sia una bellissima opportunità di socializzazione, e penso che il “fare squadra” per raggiungere un fine comune sia il principale valore aggiunto che può acquisire un rotaractiano, e che sono convinto sarà utile anche nella vita professionale. A posteriori, dopo l’esperienza che ho vissuto, posso solo sperare che il Rotary continui ancora per molto a riproporre il corso Ryla, un’iniziativa che credo sia indimenticabile per ogni persona che vi abbia partecipato.

 

Eugeniu Pinzaru, studente liceale, racconta le sue esperienze e le sue impressioni sulla sua partecipazione al seminario RYLA junior

L’esperienza del RYLA JUNIOR si è svolta nella prima settimana di settembre di quest’anno a Treviso, presso la ”Ghirada”. In quei giorni abbiamo avuto l’opportunità di visitare ambienti diversi fra loro e allo stesso tempo molto importanti. Abbiamo realizzato quali sono alcune delle realtà che rappresentano e sono tuttora l’eccellenza italiana nel mondo.

Abbiamo visitato lo stabilimento de “il Gazzettino” di Mestre dove abbiamo incontrato il Direttore che ci ha spiegato l’essenza del mestiere di un giornalista. Il primo obiettivo è quello di dire la verità pur non conoscendo i fatti. Pertanto gli strumenti di cui un giornalista si deve avvalere sono l’onesta intellettuale e l’umiltà.

In seguito abbiamo visitato il Palazzo Ducale a Venezia. Qui ci è stata mostrata e raccontata, dagli enormi quadri, la grande storia della Repubblica di Venezia.

Già alla fine del primo giorno si è creato un ambiente molto socievole in cui noi potevamo confrontare le nostre idee molto liberamente. Ad ogni dubbio personale ognuno era pronto ad ascoltare e provare a dare una risposta. Si trattava, infatti, di dare e ricevere risposte, certezze e fiducia.

Le esperienze del secondo giorno sono state vissute da noi studenti con grandissimo entusiasmo. La visita è stata presso il museo della ” Ferrari” a Maranello. Seguendo una lezione con un ingegnere della Ferrari, abbiamo imparato cosa significa il lavoro di squadra, l’essere leader e come si può svolgere il proprio compito con grande passione nel cuore. E’ importante curare ogni dettaglio se si vuole raggiungere la massima efficienza e l’eccellenza nel proprio campo di lavoro. Il rispetto reciproco è la chiave del rapporto eccellente tra i lavoratori. Ma prima di essere lavoratori si è persone. Partire, perciò, dalla sincerità, dal rispetto, dalla solidarietà e dalla volontà di fare è necessario per lavorare bene e vivere insieme.

Avere un obbiettivo comune aiuta a capire l’importanza della singola persona nel funzionamento della squadra. Questo è stato il messaggio percepito da noi quando abbiamo incontrato anche l’ingegnere gestionale della “San Benedetto” a Scorzè. A chi viene dato un certo compito, costui deve farlo con la massima precisione e deve avere il rispetto per l’opportunità che gli è stata data. Certo è importante ascoltare il leader, colui che guida. Ma chi è un leader? Un leader è una persona che sa stare in mezzo e con gli altri. Un leader è una persona umile che si mette a disposizione degli altri e cerca di aiutarli con i mezzi che ha. Lui deve parlare con coraggio e con il fuoco nel cuore perché quello che lui vuole esprimere agli altri è importante.

L’ultimo incontro è stato a Noale presso la gelateria ”Michelan”. Negli occhi delle persone che abbiamo incontrato c’era solo verità. Il desiderio di realizzare il proprio sogno è la fonte di quel coraggio che abbatte ogni limite e difficoltà. Solo credendo in se stessi le persone sono riuscite a realizzare i propri sogni.

Le persone che abbiamo incontrato e che ci hanno dato la loro disponibilità, ci hanno insegnato a credere in ciò che desideriamo fare e ad avere il coraggio di essere noi stessi. Loro hanno avuto il coraggio di seguire il proprio istinto. Queste sono le persone da ammirare.

Questa esperienza funge da stimolo e promuove in noi la volontà di fare qualcosa di utile per gli altri e per se stessi. Come ricorda il Coordinatore del progetto di RYLA Junior, professor Francesco Quacquarelli, non si deve parlare al passato ma sempre al presente. Speriamo, dunque, che questa opportunità’ sia sostenuta e promossa ancora con grande determinazione. Mi auguro fortemente che l’energia di questa iniziativa riesca ad avere grande seguito e crei altrettanto entusiasmo quanto ne abbiamo provato noi.

Un grandissimo ringraziamento va ai membri del Rotary Club che hanno appoggiato il progetto RYLA Junior e a tutte le persone che ci hanno seguito durante questo indimenticabile percorso.

Da parte di tutti noi giovani studenti un grazie di cuore!

 

                                                                                                                      Eugeniu Pinzaru

 

 

 

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