EU: nuove responsabilità dei risparmiatori

 

EU: Nuove responsabilità dei risparmiatori

 

Il nostro amico socio Stefano Boldrin, con una sua simpatica conversazione in conviviale, il 6 novembre, ha tracciato un quadro rivelatore dei rapporti finanziari tra stati europei, banche ed investitori privati. Possiamo dire che a tanti di noi ha aperto gli occhi, svelando quali sono stati i rischi e gli interventi esterni nel passato e quali sono oggi, rischi e responsabilità,  tra investitori e debitori pubblici o privati.

La parola a Stefano:

 “Gli italiani sono sempre stati abituati a considerare il deposito bancario come una garanzia. Siamo stati sempre un popolo di risparmiatori e i dati dicono che siamo tra i maggiori risparmiatori al mondo. Ultimamente sono cambiate molte cose e quindi è bene partire dall’inizio.

Credo che tutti si ricordino del fallimento dell’Argentina. Se lo ricordano di sicuro i 400.000 risparmiatori italiani che hanno comprato le obbligazioni argentine. Lo stato argentino propose un accordo che fu accettato dalla maggioranza dei risparmiatori, ma alcuni di loro, e specialmente alcun hedge funds rifiutarono e iniziarono una lunga guerra legale per farsi ripagare il valore dei titoli per intero e non al 30% come era la proposta del debitore.

La guerra sembra essersi conclusa con la vittoria degli hedge funds e l’Argentina è di nuovo andata in default.

Il secondo avvenimento che cambierà il comportamento dei risparmiatori italiani è stato il problema delle banche di Cipro. La soluzione proposta e accettata è stata quella di far pagare il default agli azionisti, agli obbligazionisti e alla fine ai correntisti oltre i 100.000 euro. Fino alla crisi di Cipro il salvataggio delle banche è stato compito degli stati. La Germania ha investito 290 miliardi di euro per salvare le sue banche, l’Irlanda si è indebitata fino al 150% del Pil per riuscire a salvare le sue, indebolendo lo stato in maniera così forte da costringere la Troika ad intervenire per salvare il bilancio dello stato irlandese. Tutti gli stati sono intervenuti pesantemente, mettendo a carico dei contribuenti i debiti delle banche. L’Italia è lo stato che meno ha dovuto mettere le mani in tasca ai cittadini. Ha investito pochissimo, circa 7 miliardi di euro e solo con prestiti, di cui la metà restituiti.

I cambiamenti sono avvenuti quindi nel modo di risolvere i problemi che possono avere debitori che noi siamo sempre stati abituati a considerare sicuri.

Nel caso del debito pubblico di uno stato è stata aggiunta una clausola alla sottoscrizione dei debiti pubblici, la clausola di azione collettiva. Di fronte ai problemi di uno stato, può essere proposta una soluzione, allungando i tempi o diminuendo il valore di rimborso o diminuendo le cedole o varie combinazioni di questi tre elementi. Se la soluzione viene accettata da una percentuale qualificata, avrà valore anche nei confronti di chi non la avesse accettata, togliendo la possibilità delle azioni legali. Al di là di questo elemento, quello che cambia è che viene detto chiaro e tondo che il debito dello stato, in caso di difficoltà, può essere ridiscusso.

Nel caso di problemi ad una banca invece, il cambiamento è che non interviene più lo stato, ma saranno gli azionisti, gli obbligazionisti e i correntisti a pagare i debiti. I correntisti solo per la parte eccedente i 100.000 euro.

Nei prossimi anni verranno unificati anche le regole dei fondi che tutelano i depositi sotto i 100.000 euro. In Italia c’è il fondo di garanzia interbancario.

Di conseguenza ognuno di noi, come risparmiatore, dovrà informarsi del bilancio dello stato e del bilancio della sua banca, come se fossero dei prestiti fatti a un qualsiasi altro debitore.”

Stefano M. Boldrin

 

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