Il Patriarca di Gerusalemme

La vita dei cattolici in Medio Oriente: testimonianza del Patriarca.

 

Il patriarcato di Gerusalemme dei Latini (Patriarchatus Hierosolymitanus Latinorum) è una sede della Chiesa Cattolica immediatamente soggetta alla Santa Sede. Nel 2012 contava 161.400 battezzati. È attualmente retta dal patriarca Fouad Twal.

Il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, unico tra i vescovi cattolici di rito latino ad avere il diritto di portare il titolo di “Sua Beatitudine“, è anche Gran Priore dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme per la Terrasanta.

Il patriarcato estende la sua giurisdizione sui fedeli di rito latino di Israele, Giordania, Cipro e dell’Autorità Nazionale Palestinese. La struttura diocesana è organizzata in cinque vicariati:

Sede patriarcale è la città di Gerusalemme, dove si trovano la cattedrale del Santo Sepolcro e la concattedrale del Santissimo Nome di Gesù.

Il territorio è suddiviso in 66 parrocchie.

E’ di questa realtà che ci ha parlato nell’incontro di venerdì 14 novembre nella suggestiva cornice di Castelbrando Fouad Twal nato a Madaba il 23 ottobre 1940, il Patriarca cattolico, giordano di nascita; organizzato benissimo dal R.C. Treviso Piave, Presidente Paola Canal, ha visto salire al castello oltre cento rotariani, tra cui il Governatore Ezio Lanteri con la Sig.ra Alessandra e undici Presidenti di Club.

Per il nostro Rotary, presenti il Past President Stefano G. Siggia, il Prefetto Renato M. Cesca con Mara e Philip Panter con Fiorenza.

Fouad Twal, entrato nel seminario di Beit Jala presso Gerusalemme nel 1959, viene ordinato sacerdote il 29 giugno 1966.

Nel 1975 consegue la licenza in diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense, e nel 1977 inizia la carriera diplomatica, che lo porterà in Honduras, Germania e Perù, che terminerà nel 1992. È stato anche rettore del seminario di Beit Jala.

 

Il 30 maggio 1992 è nominato, da papa Giovanni Paolo II, vescovo della prelatura territoriale di Tunisi, priva di un proprio vescovo dopo la morte del vescovo Michel Callens, avvenuta nel 1990.

Riceve l’ordinazione episcopale il 22 luglio successivo dalle mani del patriarca di Gerusalemme dei Latini Michel Sabbah, co-consacranti Edmond Farhat, arcivescovo titolare di Biblo, pro-nunzio apostolico in Algeria e in Tunisia, delegato apostolico in Libia, e Francesco Monterisi, arcivescovo titolare di Alba Marittima, delegato della Segreteria di Stato per le Rappresentanze Pontificie.

Il 31 maggio 1995 la prelatura territoriale di Tunisi diventa diocesi. Monsignor Twal è il primo vescovo arabo di un paese del Nord Africa, contemporaneamente riceve il titolo ad personam di arcivescovo.

Durante il suo ministero è stata riaperta al culto la chiesa dell’isola di Djerba, nota località turistica tunisina. L’8 settembre 2005 è nominato arcivescovo coadiutore del patriarcato di Gerusalemme dei Latini; come nuovo vescovo di Tunisi viene nominato, quello stesso giorno, Maroun Elias Nimeh Lahham, che il 22 maggio 2010, verrà promosso arcivescovo della nuova sede arcivescovile di Tunisi.

Nel marzo 2006 è nominato presidente dell’Università di Betlemme e il 21 giugno 2008 diviene patriarca di Gerusalemme, succedendo così a Michel Sabbah, ritiratosi per raggiunti limiti di età. Il 29 giugno successivo riceve il pallio dalle mani di Benedetto XVI nella Basilica di San Pietro.

Assai ricca la sua relazione sulla vita dei cristiani in medio oriente, fatta di enormi difficoltà che, stupirà molti lettori, non vengono dai musulmani; il muro eretto per ragioni di sicurezza da Israele, lungo 700 km. e alto 8 mt., impedisce di fatto che la comunità cattolica presente in Palestina possa relazionarsi con il suo vescovo e visitare i Luoghi Sacri. “E’ avvilente constatare che comunità cattoliche arrivano da India, Giappone, Indonesia ecc. per visitare il Santo Sepolcro, mentre ciò è di fatto negato ai cattolici Palestinesi e Giordani”.

“Le difficoltà comunque”, come il Patriarca ha detto a Papa Francesco quando si è recato in Terra Santa, “non spezzano la speranza e la voglia di testimoniare il Vangelo: è un lavoro difficile, lungo, fatto di colloqui diplomatici che non finiscono mai, ma su cui non tramonta la speranza sorretta dalla Fede”.

Abbiamo incontrato un vescovo schierato in prima linea nella difesa dei diritti dei cattolici: ci chiede di aiutarlo con la preghiera, ci ringrazia per l’accoglienza che gli abbiamo riservato e ci invita ad andarlo a trovare a Gerusalemme.

Arrivederci Patriarca, che il Signore sia con te e con i cristiani del Medio Oriente.

 

Renato Maria Cesca

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