Visita del Governatore

DISCORSO DEL GOVERNATORE

 

Il mio compito questa sera è quello di portarvi il messaggio del Presidente Internazionale e fare il punto sulle principali priorità della nostra annata.

Il Presidente Internazionale di quest’anno è taiwanese, e si chiama Gary Huang. Ha 67 anni, professionalmente ha lavorato nei settori assicurativo e immobiliare, ed è stato Segretario Generale Fondatore per lo sviluppo industriale e commerciale di Taiwan. Attualmente è consulente industriale e bancario.

E’ rotariano dal 1976 nel RC di Taipei, Taiwan, e nel Rotary ha ricoperto diversi incarichi di prestigio, quali Governatore Distrettuale; Consigliere del RI e della FR; VP del RI. Da sottolineare che in qualità di Governatore del suo Distretto, Gary ha creato ben 19 nuovi club in un solo anno.

E’ stato insignito di vari premi rotariani e nazionali taiwanesi, tesi a riconoscere i suoi meriti per aver sempre servito al di sopra di ogni interesse personale.  Gary ha raccolto le sue esperienze di lavoro e di vita in un suo libro il cui titolo ci dice molto: “Finding Solutions, Not Excuses”. Gary è sposato con Corinne, anche lei rotariana. Insieme hanno tre figli.

Quando ascoltate le informazioni alla radio o alla Tv vi rendete subito conto che molte persone han bisogno di aiuto, perché ci sono molti problemi. E noi rotariani siamo qui per trasformare alcune di quelle brutte notizie in buone notizie. Questo è il modo corretto di guardare a quei problemi nel nostro anno rotariano: agire per creare buone notizie e fare in modo che queste buone notizie siano rese note al mondo.

L’anno rotariano in corso è molto eccitante in quanto abbiamo l’occasione di celebrare i 110 anni del Rotary il 23 febbraio 2015. Tutti noi siamo fieri del Rotary, e vogliamo un Rotary che possa creare un enorme impatto nel nostro mondo. Bene, sappiamo tutti che grandi risultati non arrivano mai da soli, ma arrivano solo quando si lavora duro, quando abbiamo club forti e veri rotariani che amano profondamente il Rotary.

Penso che tutti voi conosciate un famoso filosofo cinese: Confucio. A volte lo considero il primo rotariano al mondo, perché sebbene sia morto 2500 anni prima della nascita del Rotary, le sue idee e la sua dottrina sono sostanzialmente quelle del Rotary.  Una sua frase che mi ha molto colpito recita:

“E’ meglio accendere una singola candela, che sedersi e maledire l’oscurità.”

Questa singola frase di una riga sintetizza bene tutto ciò che noi pensiamo nel Rotary. Ci sono così tanti problemi nel mondo, così tante persone che hanno bisogno di aiuto, e di fronte a questa situazione tanti individui dicono: “Non c’è nulla che io possa fare”, e di conseguenza si siedono e non fanno nulla, e così tutto rimane nell’oscurità.

Ma questo non è il modo di agire del Rotary.  I rotariani agiscono come Confucio, e accendono una piccola candela: io ne accendo una, tu ne accendi una, oltre 1,2 milioni di rotariani ne accendono una ciascuno. E assieme accendiamo e illuminiamo il mondo.

Chiedo quindi a voi tutti: “Light-up Rotary” in italiano “Accendete la luce del Rotary”.

Light-up Rotary: questo è il nostro tema e questa è la sfida che vi pongo. Il modo in cui voi accendete la vostra candela sta a voi: voi conoscete i vostri punti forti, voi sapete quali sono i veri bisogni della vostra comunità, voi sapete come potete aiutare. Ci sono tanti modi per accendere la luce del Rotary.

Gary vuole che questa luce ispiri, che mostri a tutti cosa una persona può fare, cosa tutti noi possiamo fare lavorando insieme. “Light-up Rotary” è il nostro tema, ma è più del nostro tema, è il modo in cui viviamo il Rotary, è il modo in cui pensiamo nel Rotary, come ci sentiamo e come lavoriamo, e come siamo capaci di fare la differenza in ogni Club, in ogni Distretto, e in ogni Paese in cui siamo presenti per servire.

Siamo noi quelli che accendono la luce del Rotary e la fanno brillare, dicendo chiaramente

“Nessuno deve restare seduto da solo al buio.”

Noi ci fermiamo, ci raggruppiamo tutti assieme, 1,2 milioni di noi per accendere la luce del Rotary: questo è il nostro lavoro, questa è la nostra sfida. E questo nuovo anno rotariano sarà il nostro anno, l’anno in cui la luce del Rotary risplenderà più forte e più brillante che mai in precedenza.

E’ quindi un tema d’azione, che ci invita ad agire per risolvere i problemi che abbiamo, siano essi problemi nelle nostre comunità, nel mondo, ma anche all’interno della nostra associazione.

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Tre sono gli obiettivi strategici oggi più importanti, e lo sono tanto a livello globale quanto per il nostro Distretto che ne ha però fatto proprio anche un quarto.

Il primo di questi obiettivi è il tema di come sostenere e rendere più forti i nostri club.

In questi ultimi anni stiamo assistendo a decisi cambiamenti che il Rotary sta affrontando, abbiamo parlato a lungo e sviscerato tante problematiche, ma secondo me non abbiamo mai parlato abbastanza di come fare di ciascuno dei nostri 4500 soci attivi un vero rotariano.  Dobbiamo guardare più in profondità all’interno dei nostri club, essere onesti con noi stessi e aperti al cambiamento, in modo da rendere il Rotary una scelta non solo “attrattiva, ma una via che ogni socio di ogni genere e di ogni età sia desideroso di percorrere nel senso più impegnativo del termine: Servire al di sopra di ogni interesse personale.

Come ? Questa è la domanda sfida alla quale tutti assieme dobbiamo trovare le giuste risposte.

E qualunque risposta non può prescindere dalla necessità di ringiovanire e diversificare ancor di più la nostra compagine sociale. Ma se vogliamo portare più giovani o persone diverse dobbiamo guardare attentamente a quali sono i loro standard di vita oggi, a quali budget hanno disponibili, ed anche a quale tipo di Rotary possono essere realmente interessati.

Nel cambiamento sociale cui stiamo assistendo un modello universale di club, come lo abbiamo vissuto fino ad oggi, forse non è più in grado di soddisfare tutte le esigenze. E allora ciascuno di noi deve chiedersi qual è il modo migliore per servire i bisogni crescenti della comunità  nella particolare situazione del suo club e del suo territorio. Dobbiamo più che mai adeguarci alle indicazioni del nostro Fondatore Paul Harris: dobbiamo essere coraggiosi, flessibili e tolleranti se veramente vogliamo cambiare.

Nella recente assemblea internazionale a San Diego ho toccato con mano quanta forza derivi al Rotary dall’aver saputo mettere assieme centinaia di paesi, lingue e culture diverse da tutto il mondo, una “diversità” fenomenale e ben funzionante.

E allora mi sono detto che difficilmente qualcosa potrà cambiare se a livello locale tutti insistiamo a portare nel Rotary solo persone perfettamente identiche a noi. Dobbiamo dare maggior valore alla diversità, salvaguardando i nostri valori: se condividiamo gli stessi ideali e lavoriamo per gli stessi obiettivi, siamo tutti rotariani. E non deve avere importanza dove ci raduniamo, quel che veramente conta è fare ciò che sta alle radici del Rotary: Servire al di sopra di ogni interesse personale. Forse è arrivato il momento di provare qualcosa di nuovo invece di continuare a dire “Non facciamo così nel Rotary”, è arrivato il momento di essere proattivi anziché reattivi, perché è solo con un tale atteggiamento che riusciremo a rendere più forti i nostri club.

·         Alcune cifre: Italia meno circa 3.100 su 38.500, pari al 7-8%, in ultimi 4 anni – D-2060 meno circa 170 su 4600, pari al 3%, negli ultimi 3 anni, ma non cresciamo da 9 anni, nonostante 5 nuovi Club;

·         Diversità;

·         Ringiovanimento: esperienza mia in Alsazia quando sono entrato nel Rotary;

·         Opportunità con e-club e club satellite.

Il secondo obiettivo è quello di focalizzarsi e rinforzare ancor di più la nostra azione umanitaria. Non c’è dubbio che su questo punto tutti i club continuano ad essere attivi e a manifestare una buona vivacità, l’impegno c’è, quello che facciamo ogni anno a sostegno dei disabili nei nostri service di Albarella, Ancarano, Verona e Belluno è eccezionale, e potrei andare avanti. Ma anche su questo punto preferisco proporvi qualche spunto di riflessione per un futuro migliore. Quando sono entrato nel Rotary nel 1988, e per tanti anni a seguire, la percentuale delle quote sociali destinate a service era decisamente quella più importante. Oggi sono ben pochi i club all’interno del nostro Distretto che possono affermare la stessa cosa e se non ne prendiamo atto ed agiamo di conseguenza la situazione è destinata a complicarsi. Abbiamo sicuramente alternative a perseguire, e pur senza andare nei dettagli posso facilmente citarne un paio.

La prima è di compensare i ridotti service con contributo economico a favore di service che comportino l’impegno diretto dei rotariani che possono mettere a disposizione di chi ha bisogno le loro competenze professionali: a titolo di esempio basta guardare quanto i nostri stati, Italia in testa, sono sempre più in difficoltà per mantenere un adeguato livello di wellfare, in particolare per gli strati sociali più deboli. Questo è un insieme di aree dove le associazioni di volontariato in futuro potranno trovare ampissimi spazi di manovra. E le difficoltà e i problemi ai quali nel suo discorso faceva riferimento il Presidente Internazionale Gary Huang forse una volta erano tipici del così detto terzo mondo, ma oggi li troviamo sempre più anche sul nostro territorio e finanche sulla porta di casa nostra.

La seconda alternativa è di meglio utilizzare due strumenti, che per me definire favolosi è dir poco, che sono la nostra ONLUS distrettuale e la Fondazione Rotary. Purtroppo qui la prima constatazione è che entrambe non sono conosciute a fondo come invece dovrebbero e meriterebbero, perché se lo fossero riscuoterebbero senza ombra di dubbio molte più adesioni e molti più contributi da parte dei nostri soci, come l’esperienza dimostra. E su quest’ultimo punto dei contributi alla ONLUS e alla Fondazione Rotary voglio sottolineare che se tutti i soci del nostro distretto destinassero il loro 5 per mille in dichiarazione dei redditi alla ONLUS distrettuale (non costa nulla, solo una firma sulla dichiarazione dei redditi), ed ogni socio versasse al Fondo Programmi della Fondazione Rotary i 100 $/anno (75 €/anno) suggeriti, il Distretto avrebbe un potenziale di service conseguente a queste due azioni pari a circa 1,3 Milioni di €/anno, da destinare per la stragrande maggioranza al nostro territorio: è un sogno ? Pragmaticamente l’esperienza dice sì, è solo un bel sogno, ma in tutta franchezza mi sento di dirvi che se fossimo tutti veri rotariani non sarebbe difficile trasformarlo in realtà.

Il terzo obiettivo è quello di migliorare la consapevolezza e l’immagine pubblica del Rotary. Sappiamo tutti che oggi non godiamo ahimè di un’immagine soddisfacente, e anche in questo caso se vogliamo cambiarla dobbiamo agire in prima persona. E in questo caso mi piacerebbe fare dei 4.500 rotariani e degli oltre 600 rotaractiani del nostro Distretto 5.100 veri ambasciatori del Rotary: se tutti portassimo sempre il distintivo e prendessimo l’iniziativa di parlare responsabilmente del Rotary in tutte le sedi in cui ci è consentito, pubbliche o private, religiose o laiche, adulti o giovani, puri scambi verbali o carta stampata, sarebbe già un enorme passo avanti. E poi dobbiamo continuare e intensificare la prassi ormai in essere da qualche anno di fare di più, fare bene e far sapere.

 Al fine di dare a tutti la possibilità e la motivazione di farlo almeno per un’intera giornata, il 22 Febbraio 2015 tutti i club del Distretto hanno condiviso la proposta di “Andare in Piazza” e presentarsi al Grande Pubblico in occasione del 110.mo compleanno del Rotary International. Saremo presenti in oltre 40 piazze, 28 singole e 13 condivise, e l’obiettivo è quello di presentare i service che facciamo, realizzare qualche service nella giornata stessa, organizzare eventi che attirino le persone in modo da presentar loro quali sono e cosa fanno per la loro comunità e non solo i club e i soci del nostro distretto. 

Volendo sintetizzare queste tre priorità comuni a tutto il Rotary International si può dire:

·         Attrarre più donne e più giovani per sostenere club flessibili,

·         sviluppare progetti di servizio innovativi ed efficaci,

·         fare e far sapere per migliorare la nostra immagine.

Questo deve essere il nostro modo di accendere la luce del Rotary e cercare di tornare a rendere il Rotary più brillante che mai.

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Ma a questi tre obiettivi comuni a tutto il mondo Rotary, noi ne abbiamo aggiunto un quarto legato alle attuali criticità che toccano i Giovani all’interno della nostra Italia ed anche del nostro Nord-Est. Roberto Xausa ha affrontato lo scorso anno il tema della migrazione. Mi è sempre piaciuta una sua frase che recita: “importiamo muscoli ed esportiamo cervelli”, e da qui ho voluto dare spazio per sensibilizzare i nostri club e i nostri soci, e tramite loro il nostro territorio,  al tema della disoccupazione in generale e di quella giovanile in particolare, che ben si riflette nell’emigrazione di tanti nostri bravi giovani sui quali abbiamo molto investito ma che ahimè non trovano un lavoro adeguato, e sovente neppure un lavoro. Abbiamo pianificato quattro linee d’azione su questo delicatissimo tema:

·         Ho chiesto a tutti i miei presidenti di dedicargli almeno una serata, possibilmente con relatori di prestigio che sappiano relazionarci e sensibilizzarci a fondo;

·         Abbiamo creato una commissione distrettuale che cercherà di mettere in connessione la domanda di lavoro dei nostri migliori giovani, partendo dai nostri rotaractiani, con le possibili offerte di lavoro da parte dei nostri imprenditori e/o dei nostri studi di professionisti. Sarete sicuramente informati e contattati quando la commissione è pronta a partire, ed io posso solo chiedervi di dar tutti una mano a questa iniziativa;

·         In primavera organizzeremo a Verona, probabilmente all’interno della Gran Guardia, un Forum congiunto Rotary-Rotaract avente per tema la disoccupazione giovanile.

·         E da ultimo con l’accordo di 3 governatori in fila, il sottoscritto e a seguire Giuliano Cecovini e Alberto Palmieri, sto cercando di convincere la maggior parte dei nostri club ad aderire a un importante progetto di Microcredito che veda coinvolto tutto il nostro Distretto su un arco temporale di alcuni anni.

Dare breve spiegazione se c’è tempo.

Vedete quindi che i giovani cercano un futuro, possibilmente in Italia, e noi Rotary dobbiamo fare quanto è nelle nostre possibilità per aiutarli.

Ma abbiamo anche visto parlando di effettivo che il Rotary ha necessità di ringiovanire.

E allora combinando queste due formidabili priorità ho voluto coniare anch’io un motto per questa nostra annata rotariana, che recita:

“Il Rotary: un Futuro per i Giovani.

I Giovani: il Futuro del Rotary”

Grazie a tutti, buona serata e un buon anno di vero Rotary.

 

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