PREMIO LETTERARIO “LA SERIOLA – HINC URBIS POTUS”
Dopo due riunioni avvenute nei mesi di novembre e dicembre 2014, la Giuria giudicante, di cui faccio parte oramai da diversi anni, si è riunita a metà gennaio 2015 per scegliere i vincitori della 16° edizione del premio letterario “La Seriola – Hinc Urbis Potus”, anche quest’anno promosso dalla Biblioteca Comunale di Dolo, in accordo con l’assessorato ai Servizi Culturali e Grandi Eventi del Comune. Un lavoro non facile per noi giurati che abbiamo esaminato ben 198 elaborati, tutti con l’incipit “Ogni cosa stava andando per il meglio, come avevamo sperato…” tratto dal volume “Spartaco – Le armi e l’uomo” di Aldo Schiavone. Oltre ai cinque premiati delle sezioni scuola primaria, scuola media inferiore, scuola media superiore e adulti e a una menzione speciale, è stato segnalato l’elaborato di Alessandro Porta che frequenta la 1ª B della Scuola Media “Giuliani” di Stra che con il suo racconto “Un viaggio importante”, dall’alto significato umano, ha ricevuto il premio speciale offerto dal nostro Rotary Club, partner della manifestazione.
La premiazione è avvenuta domenica 1 febbraio alle 10.30, presso il Cinema Italia di Dolo. Alla lettura dei brani vincenti fatta dalla dr.ssa Ornella Vanuzzo, responsabile della Biblioteca Comunale di Dolo, accompagnata da brani musicali eseguiti dalla chitarrista Lisa Novello dell’associazione “Il pentagramma”, è seguita la consegna dei premi che come il solito consistevano in una pergamena e un pacco di libri offerti dal Comune di Dolo e dalla Regione Veneto, altro partner della manifestazione.
I premi offerti dal nostro Club, invece, consistevano in una targa d’argento e un volume illustrato da bellissime fotografie sui castelli del Veneto, oltre al nostro guidoncino e a una pergamena che riportava la motivazione per cui al racconto premiato era stata assegnata la nostra menzione speciale. Alla consegna dei premi ha provveduto il nostro socio Rocco Majer in sostituzione del Presidente, impossibilitato a partecipare alla manifestazione.
Ivana Vianello
N.B. Foto della consegna del premio ad Alessandro Porta (12 anni!). Altre foto in Galleria. Segue il racconto premiato.
UN VIAGGIO IMPORTANTE
“Ogni cosa stava andando per il meglio, come avevamo sperato”: avevamo organizzato tutto nei minimi particolari già da alcuni mesi; niente poteva essere lasciato al caso, il viaggio era troppo importante! Avevamo appena caricato le valigie in auto, controllato i documenti e ci stavamo dirigendo verso l’aeroporto. Ero molto ansioso perché questa non era una vacanza come tutte le altre, al mare o in montagna: era un viaggio in Africa e, per lo più, con l’aereo, un viaggio che avrebbe cambiato la nostra vita per sempre…
Arrivati all’aeroporto, dopo avere fatto il check-in, caricammo le valigie e seguimmo la polizia che, dopo aver verificato tutti i documenti, ci accompagnò fino all’aereo, un grande e mastodontico mezzo! Il suo interno era blu e ogni sedile era morbido, con delle lucette e con tutti i confort possibili; ogni posto aveva una piccola tv che io avrei guardato durante il viaggio. Ogni cinque minuti passavano le hostess che ci chiedevano se volevamo qualcosa da mangiare o da bere. Il viaggio fu molto lungo, ma, finalmente, arrivò il momento dell’atterraggio: eravamo arrivati in Africa!
Scesi dal mezzo ci incamminammo a prendere le valigie: io ne avevo una blu con un disegno arancione. Noleggiammo una macchina con l’autista per tutta la settimana perché di certo non potevamo andare in giro a piedi e guidare per quelle strade che non conoscevamo: sarebbe stata una vera impresa! L’autista ci portò subito al piccolo albergo che avevamo prenotato, per sistemare i nostri bagagli e prepararci per la notte. Il giorno successivo sarebbe iniziata la nostra avventura e dovevamo essere riposati…
La mattina partimmo per una breve visita paesaggistica del luogo: la nostra guida ci portò a vedere la savana con le bestie feroci e ci illustrò la flora tipica del posto. Nel pomeriggio, mentre i miei genitori erano impegnati a completare dei documenti, io preparavo dei disegni e dei piccoli regalini: tutto doveva essere perfetto!
Il giorno dopo visitammo alcune capanne africane: l’esterno era in paglia, terra secca o argilla. mentre all’interno, che non era molto grande, si trovavano delle ciotole, delle pentole, dei tappeti e qualche sgabello.
Il giorno più importante fu quello successivo: finalmente tutto era pronto e potevo conoscere Samal, quello che sarebbe diventato il mio fratellino! Da alcuni anni, infatti, i miei genitori avevano pensato di adottare un fratellino o una sorellina per me, ma l’impresa non era stata facile: avevano dovuto presentare tanti documenti e superare tante difficoltà. Qualche volta nella nostra casa arrivava una signora molto gentile che chiedeva se erano veramente convinti di adottare un bambino e domandava a me se avessi voluto -un fratellino e io rispondevo sempre con entusiasmo: era quello che più desideravo al mondo e non vedevo l’ora che questo desiderio si avverasse! Ora finalmente il momento era arrivato. Io e ì miei genitori l’avevamo già visto per pochi minuti tramite Skype, ma la linea si era presto interrotta e la nostra curiosità era così aumentata.
Da quel giorno erano passati un paio di mesi, ma ora lo avremmo potuto vedere da vicino e magari abbracciare, ma soprattutto lo avrei portato a casa con me! Avevo tante cose da fargli vedere: la nostra camera, i giochi, la cucina, il giardino, ma, prima di tutto, gli avrei insegnato a correre dietro ad un pallone e a giocare a calcio, il mio sport preferito.
Aspettammo fino al pomeriggio, quando, finalmente, il nostro autista ci accompagnò alla casa dove Samal viveva da un anno. Aveva gli occhioni grandi e neri e i capelli riccioli e crespi. Riusciva appena a stare in piedi e fare qualche piccolo passo. Mi sembrava impossibile, ma ero lì con lui! Non sapevo se avvicinarmi o meno a lui: non volevo spaventarlo, ma neppure stare lì, immobile e aspettare che fossero gli altri a fare qualcosa.
Samal ci guardava tutti, ad uno ad uno: non sembrava impaurito; poi, passo dopo passo, si avvicinò a me, mi guardò, prese il mio mignolo e da quel momento non lo lasciò più! Avrei dovuto mandare un messaggio ai miei amici: eravamo d’accordo che ci saremmo sentiti non appena avessi conosciuto Samal, ma questo cucciolo, il mio fratellino, era più importante di ogni altra cosa e non potevo lasciarlo neanche per un attimo!
Durante il viaggio di ritorno in aereo, non smettevo mai di guardarlo: tentavo di fargli imparare il mio nome o almeno un soprannome, o un nome abbreviato; mi sarebbe bastato che ripetesse anche solo una parola in italiano, ma niente.
Lungo il tragitto di ritorno in macchina, ci fermammo in tre negozi: nel primo per comprargli un passeggino e dei giochi per farlo divertire, nel secondo dei vestiti per renderlo ancora più bello, mentre nell’ultimo comprammo un lettino comodo, dove potesse dormire vicino a me e farmi compagnia.
Questa era stata la più bella vacanza della mia vita! Samal ed io passammo ogni momento insieme: lui iniziò a parlare, ma l’ultima parola che imparò fu il mio nome… Questo, però, non era mai stato un problema per noi: dal primo momento infatti eravamo riusciti a comunicare con il cuore! Da quando è arrivato nella mia vita ho capito che gli affetti familiari sono davvero il tesoro più prezioso!
Alessandro Porta