Abruzzo forte e gentile

Gita in ABRUZZO

 FORTE E GENTILE” definiva questa regione Primo Levi e grandi erano curiosità ed aspettative dei Soci che hanno affrontato questa esperienza da giovedì 14 a domenica 17 maggio, guidati dall’abruzzese verace Mario Rossi.

Con lui c’erano Adriano Bianco, Piero Bortoletti con Marlisa, Sandro Vicari con Alberta Carla, Augusto con Cristina, Piero Milano con Rita, Renato M. Cesca con Mara, Marina Roncoroni, Gabrio Pellegrini, Rocco Majer, Stefano G. Siggia, Ivana Vianello con Roberto, che ci hanno seguiti con la loro auto in quanto intenzionati a trattenersi qualche giorno in più a Scerne Pineto; tutti gli altri nel confortevole pullman magistralmente condotto da Paolo Borille (grazie!).

Partiti da Dolo, Piazza Mercato, dopo la consueta sosta al Casello di Padova Z.I. per raccogliere i gitanti patavini, abbiamo puntato verso Bagno di Romagna dove ci attendeva un gustoso pranzo a buffet presso l’Hotel Tosco-Romagnolo. Gradevole e immerso nel verde, il centro termale ha riservato ad alcune fortunate l’ emozionante (?) incontro con Vittorio Sgarbi.

 

E’ Norcia la prima tappa del viaggio: raggiunto l’ Hotel Salicone, di proprietà del rotariano Carlo Bianconi, passeggiata per la piccola cittadina per vedere la Basilica di San Benedetto la cui costruzione originale, con la splendida facciata gotica, il rosone e i fregi dei 4 evangelisti, risale al XII secolo, il Portico delle Misure, un mercato dei cereali al coperto, con le misure di capacità in pietra ancora ben visibili, edificato a ridosso della basilica nel 1570, La Castellina,  residenza fortificata sede della prefettura e dei governatori pontifici, edificata nel 1554 su disegno del Vignola. La

Cattedrale di Santa Maria Argentea, il Palazzo Comunale, edificio risalente al XIV secolo, Il Monumento a San Benedetto da Norcia eseguito da Francesco Prinzi in occasione del XIV centenario della nascita del santo, il complesso Monumentale di San Francesco la cui costruzione risale al XIV secolo come la Chiesa di Sant’Agostino, il Tempietto, la costruzione storica più originale e meglio conservata di Norcia, opera del 1354 del nursino Vanni della Tuccia. Nei pressi della Porta Ascolana il Criptoportico ospita alcuni reperti archeologici rinvenuti in zone diverse della città ed appartenenti principalmente alla civiltà sabina. E’ nella piazza San Benedetto in cui incontriamo la prima persona straordinaria, e saranno numerose, di questo viaggio: tale Giobbe Furi Calzavara si avvicina a Cristina per illustrarle gli aspetti architettonici della Basilica  e poi, attorniato da tutti noi, si rivela uomo colto ed enciclopedico, profondo conoscitore del monachesimo, amante della cittadina che da alcuni anni lo ospita, dopo aver lasciato la vita attiva e la professione di ingegnere in quel di Milano. Inoltre si dichiara ricercatore accanito delle origini della famiglia Calzavara, a suo dire proveniente da un unico ceppo di antica tradizione ebraica, sparsa oramai per il mondo: ci è venuto facile rivelargli che anche il nostro Club di un Calzavara qualche cosa sapeva.

Siamo attesi dal Priore benedettino e quindi salutiamo il nostro originale e colto nuovo amico, non senza averlo invitato a passare ancora un po’ di tempo con noi più tardi a cena.

Seconda persona davvero speciale è il Priore Dom P. Cassian Folsom, nato a Boston, con studi teologici nel seminario dell’Indiana in cui sono stati formati tutti gli attuali Cardinali statunitensi. Mandato da Papa Ratzinger a fondare questo monastero internazionale che vede presenti monaci americani, tedeschi, indonesiani e un italiano, ci intrattiene sulla Regola di San Benedetto e sulla vita monacale e risponde volentieri alle nostre numerose domande e curiosità: naturalmente Mario Rossi interloquisce con lui sul canto gregoriano che i monaci praticano con sapienza e che abbiamo modo, di lì a poco, di ascoltare partecipando alla preghiera di Compieta in Basilica.

L’incontro si era svolto in una sala dell’Hotel Seneca, lussuoso albergo di proprietà della famiglia Bianconi, ed è nel ristorante Granaro del Monte dirimpetto che il rotariano Carlo Bianconi ci accoglie per una cena umbra che più umbra non si potrebbe: antipasto di norcinerie, zuppa di lenticchie, tagliatelle funghi e tartufo, brasato di vitello e cinghiale in salmì, per non parlare del dolce e dei vini . Durante la cena abbiamo continuato a conversare con il nostro colto amico Giobbe che confessa una leggera forma di Alzheimer di cui sinceramente nessuno si era accorto e, al termine, Carlo Bianconi ci racconta la storia dei locali che ospitano il ristorante, seconda sede di sempre di un Monte di Pietà (1466) posteriore solo a quello di Perugia (1463) e di come la sua famiglia si sia dedicata con passione all’arte di ricevere: non a caso la ditta si chiama Bianconi Ospitalità. Ricambia poi i nostri consueti omaggi rotariani (guidoncino, piatto argentato e rivista del XXX) con un prezioso volumetto che raccoglie appunto la storia che ci ha illustrato.

Ritorniamo in albergo, appena fuori le mura, percorrendo le stradine lastricate di Norcia illuminate in maniera suggestiva, davvero soddisfatti per l’incontro con questa affascinate cittadina.

Venerdì, dopo la prima colazione, sconfiniamo nelle Marche per raggiungere Ascoli Piceno per una breve visita del suo centro storico; costruito quasi interamente in travertino è tra i più ammirati della regione e del centro Italia, in virtù della sua ricchezza artistica e architettonica. Conserva diverse torri gentilizie e campanarie e per questo è chiamata la Città delle cento torri. In esso si trova la rinascimentale Piazza del Popolo, considerata tra le più belle piazze d’Italia. Ci fanno compagnia le auto storiche che partecipano alla Mille Miglia e che incontreremo ancora nel pomeriggio.

Raggiungiamo quindi Teramo dove ci accoglie con grande cordialità e amicizia il Presidente del R.C. Teramo Avv. Tommaso Navarra, che ci fa da prima guida alla scoperta del centro storico, seguito poi dal Socio Avv. Maurizio Cocciolito. Visitato il Comune, dove ci ha accolti e salutati la Vice Sindaco, raggiungiamo il Caffè Grand’Italia per un light lunch (che poi tanto light non sarà) che gli amici rotariani hanno voluto generosamente offrirci.

Partecipa al rinfresco la Curatrice del Museo Archeologico di Teramo “F. Savini” che avrà la cortesia di accompagnarci nella visita in cui potremo scoprire l’antica origine della città e la sua importanza nella storia dell’Italia centrale.

E’ durante la visita  all’opera artistica di maggior pregio, il Duomo, la basilica cattedrale di Santa Maria Assunta che Mario ha il piacere di rivedere il Parroco, suo vecchio amico. “La cattedrale di Teramo è una delle cose più singolari, più composite e insieme più schiette, che possegga l’arte italiana… il ricco portale cosmatesco e l’alta guglia gotica che lo corona slanciandosi al di sopra del cornicione, creano una dimensione nuova e rendono affatto inedita questa singolare facciata…”(Mario Pomilio).

Terminata la visita, ci accomiatiamo dagli amici teramani, commossi dalla loro cordialissima disponibilità e con la speranza vogliano accogliere il nostro invito a venire a visitare il nostro Club e la Riviera del Brenta.

Pochi chilometri ci separano dalla meta successiva, Civitella del Tronto, e ci fanno compagnia lungo in percorso le auto storiche: Bugatti, MG, Mercedes, Lancia che rombano sui tornanti abruzzesi.

La cittadina, o meglio il borgo, è su di un cocuzzolo cinto da mura sovrastato da La fortezza, una delle più imponenti opere di ingegneria militare mai realizzate in Italia. Senza lasciarci scoraggiare da un paio di erte e scoscese rampe di accesso, visitiamo l’imponente manufatto da cui si gode un bel panorama, con il Gran Sasso e la Maiella sullo sfondo.

 

Alloggiamo all’Hotel Zunica, prospiciente la panoramica piazzetta Pepe, che si definisce gourmet & relax e già questo doveva farci immaginare qualche esperienza gastronomica ci aspettava.Daniele Zunica, chef di chiara fama (ha curato al Caffè Pedrocchi il sontuoso pranzo per il 150° dell’Unità d’Italia), e i due cuochi Luca Di Felice e Sabatino Lattanzi, ci danno una superba dimostrazione di cosa significhi la cucina di tradizione, con la ricerca di ingredienti di primissima scelta e con salumi e formaggi preparati

da famiglie contadine del territorio con decenni di storia alle spalle: un’esperienza davvero particolare con sapori e profumi d’altri tempi. La Selezione di salumi e pecorini, le Ceppe di Civitella in salsa  classica, Le virtù (minestrone povero che si prepara solo a maggio), il Maialino nero teneramente croccante con purea di sedano rapa sono state un inno alla gola e un attentato a colesterolo e glicemia, a cui siamo comunque trionfalmente sopravvissuti. Solo una leggera pioggerella ci impedisce di prolungare per più di qualche minuto la passeggiata digestiva che ci proponevamo tra le suggestive viuzze del borgo medievale.

Accompagnati dalla Banda di Civitella che in nostro onore intona l’Inno di Mameli, sabato mattina raggiungiamo Castelli alle pendici del Gran Sasso, dove ci attende, preziosa ed appassionata guida il Dr. Giovanni Giacomini, amico di Mario, profondo conoscitore delle maioliche castellane, per visitare il Museo delle Maioliche e la chiesa di San Donato, definita dallo scrittore Carlo Levila Cappella Sistina della Maiolica.

Non poteva mancare un pranzo in tipico ristorante locale a base di gustosi arrosticini.

L’ultima tappa del nostro viaggio è Pescara, dove arriviamo in serata e prendiamo alloggio all’hotel Maja, sul lungomare. Non avendo qui alcuna particolare curiosità culturale da soddisfare, ci concentriamo sulla  cena di pesce che ci attende al Ristorante Ferraioli davanti al porticciolo, per chiudere in bellezza questi splendidi tre giorni tra arte e natura.

Se non che, anche fauci aduse ad ogni sforzo gastronomico come le nostre hanno un limite che evidentemente avevamo raggiunto e superato: la ricchissima selezione di antipasti, freschi e

saporiti, ostriche comprese, ci costringono a ridurre di molto il previsto ricco menu, tanto da doverci scusare con lo chef, che non pensasse mai che non gradissimo le sue pietanze, ma proprio non ce la facevamo più ! Peccato, perché la qualità del pesce era veramente eccellente.

 

Domenica mattina ci avviamo sulla strada, anzi autostrada, del ritorno: dopo aver salutato Ivana, Roberto, Piero e Marlisa che restano in zona ancora qualche giorno, lasciamo a Roseto degli Abruzzi il nostro condottiero Mario Rossi, che va a trovare alcuni parenti, non senza avergli tributato una vera e propria ovazione per come ha organizzato questa preziosa visita ad alcune eccellenze di Umbria, Marche e Abruzzo.

La sosta gastronomica è prevista al Ristorante Due Torri a Torriana di Rimini, una costruzione turrita in posizione dominante da cui si rimirano la Rocca di San Leo e San Marino.

Sazi, soddisfatti e arricchiti umanamente e culturalmente, grazie anche alla profonda amicizia che ci unisce, chiudiamo questa davvero piacevole gita con l’impegno a proseguire alla scoperta delle innumerevoli bellezze che anche l’Italia cosiddetta minore sa offrire.

Renato M. Cesca

N.B. Foto in Galleria

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