Poco pane tante forchette

POCO PANE TANTE FORCHETTE

(Aspetti demografici)

 

E’ il titolo inquietante della relazione del prof. Dalla Zuanna, tenuta al Club l’11 giugno: una succinta lezione magistrale sul rapporto tra la crescita demografica mondiale e le risorse disponibili del pianeta.

Il prof. Gianpiero Dalla Zuanna è ordinario di Demografia presso il Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università degli Studi di Padova e senatore della XVII Legislatura, ha insegnato in diverse Università italiane, preside dal 2008 al 2011 della Facoltà di Scienze statistiche di Padova, consulente del Ministero, autore di numerose pubblicazioni scientifiche e associate editor della rivista European Journal of Population.

La teoria di Thomas Malthus prevedeva una crescita geometrica della popolazione mondiale a fronte di una crescita aritmetica delle risorse alimentari disponibili, col risultato di una progressiva divaricazione fra le due curve. Una prospettiva drammatica di condanna alla fame del mondo, che Malthus prevedeva risolversi in pestilenze, morìa, guerre, emigrazione. La crescita della popolazione mondiale oggi è espressa in sintesi da due dati: 3 miliardi di individui nel 1950, oltre 6 miliardi nel 2015. Ma In realtà la teoria di Malthus è smentita da un andamento ben diverso, che non prevedeva il grande progresso tecnologico in agricoltura e il diverso atteggiamento delle famiglie una volta raggiunto il benessere. Nelle economie sviluppate ora compare una tendenza alla diminuzione della crescita demografica. Come dire che si tende a conservare e migliorare lo stato di benessere pianificando in diminuzione il numero di figli: da 1 a 2 per donna. In tal modo la curva demografica si appiattisce; nello stesso tempo il progresso tecnologico innalza in modo inaspettato il livello di produzione alimentare; per fare un esempio la resa del mais si è decuplicata dal secolo scorso. Il problema dell’alimentazione, fame e carestie, allora non è più un rischio delle economie sviluppate, ma permane in modo drammatico nelle economie meno sviluppate dove il tasso demografico è ancora alto e il progresso tecnologico arretrato. Il problema quindi è piuttosto una cattiva distribuzione delle risorse. Cioè il problema è indirizzare le risorse eccedenti e i know-how tecnologici delle economie sviluppate a basso tasso demografico verso i paesi meno sviluppati ad alto tasso di crescita.

Il problema della fame nel mondo potrebbe quindi essere meno grave se si instaurasse una razionale distribuzione delle risorse alimentari e uno sviluppo tecnologico. Un problema che solo un accordo ad alto livello tra le potenze mondiali potrebbe risolvere.

R. Majer

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