Amicizia in viaggio

AMICIZIA IN VIAGGIO.

 

L'amitié est renouvelée
même loin de nos régions,
dans le sud de l'Italie
et de l'Europe :
au revoir en France.

 

Bari, 26 septembre 2015

E’ una novità nel nostro stretto rapporto con gli amici francesi di Evreux incontrarci in territorio neutro, né in Veneto né in Normandia: è stata scelta la Puglia, e credo che sia stata una scelta davvero felice.

Giovedì 24 settembre si ritrovano per la cena di benvenuto nelle belle sale dell’Hotel Villa Carducci-Romanazzi di Bari 15 italiani e 16 francesi:Adriano Bianco, Stefano M. Boldrin, Renato M. Cesca con Mara, Giuseppe Di Giovanni, Augusto Gabbrielli, Rocco Majer, Pietro Milano con Rita, Alessandro Nalin, Marina Roncoroni, Leopoldo Trolese con Roberta,  Ivana Vianello con Roberto. Khalil Barhoum con Souha, Jean Blanchard con Marie José, Bernard Blois con Annie, Claude Combe con Perrine, Pierre Desplat con Dominique, Christian Goddard con Claudine, Jean-Eudes Lecuyer con Nicole, Alain Molino con Monique.

Dire che è stato un piacere ritrovarci è riduttivo, poiché l’affetto e la disponibilità che per l’ennesima volta si sono manifestati tra noi, superano ogni difficoltà di lingua, di tradizioni e di nazionalità.

La mattina dopo abbiamo il pullman che ci aspetta per il nostro tour, con la Guida, Giulia, che in teoria dovrebbe parlare francese: appunto, in teoria. Ma poco male, i luoghi che visitiamo sono talmente belli che francesi e italiani non hanno bisogno di particolari mediazioni culturali per apprezzarli e restarne incantati, anche grazie al bel tempo che ci accompagnerà per tutto il nostro soggiorno.

Prima tappa Barletta con il suo Castello che è il risultato architettonico di una serie di stratificazioni dovute al susseguirsi di diverse dinastie al potere, succedutesi dall’XI secolo al XVIII secolo. Un tempo fortezza a scopo difensivo, cinta dal mare che occupava il fossato tutt’intorno al castello e lo isolava da potenziali attacchi nemici, costituisce un punto strategico nella vita cittadina nonché un importante cardine urbanistico. E’ poi la volta della Cattedrale di Santa Maria Maggiore che è il maggior edificio di culto cattolico di Barletta. La basilica del Santo Sepolcro invece, è una delle principali chiese di Barletta. Come dice la sua stessa denominazione, le origini della basilica conservano uno stretto legame con la Terra Santa e il sepolcro di Gesù Cristo. Il Colosso di Barletta, meglio noto a livello locale come Eraclio («Arè» nel dialetto locale), è una gigantesca statua di bronzo, alta 4,50 m, risalente al V secolo. Situata dinanzi al fianco sinistro della basilica, l’opera, di fattura bizantina, raffigura probabilmente l’imperatore Teodosio II e fu eretta con molta probabilità da Valentiniano III a Ravenna nel 439.

Ci rechiamo poi a Trani; la cattedrale di San Nicola Pellegrino è il principale luogo di culto cattolico della città di Trani, in Puglia, sede vescovile dell’arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. Inserita nella lista delle “meraviglie italiane”, si tratta di un esempio di architettura romanica pugliese. La sua costruzione è legata alle vicende di san Nicola Pellegrino, risalenti all’epoca della dominazione normanna. Fu costruita usando la pietra di Trani, un materiale da costruzione tipico della zona: si tratta un tufo calcareo, estratto dalle cave della città, caratterizzato da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco.

Il castello svevo di Trani fu edificato nella città di Trani nel 1233, sotto il regno di Federico II di Svevia.

Consumato in allegria il nostro pranzo vicino al porto di Trani, è ora di riprendere il pullman per andare a visitare una costruzione misteriosa e affascinante, Castel del Monte. E’ un edificio del XIII secolo fatto costruire dall’imperatore Federico II (stupor mundi) in Puglia, nell’attuale frazione omonima del comune di Andria, a 18 km dalla città, nei pressi della località di Santa Maria del Monte. È situato su una collina della catena delle Murge occidentali, a 540 metri s.l.m.

È stato inserito nell’elenco dei monumenti nazionali italiani nel 1936 e in quello dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO nel 1996. L’edificio è a pianta ottagonale e a ogni spigolo si innesta una torretta a sua volta ottagonale. Malgrado sia comunemente definito “castello“, l’esatta funzione dell’imponente edificio è tuttora sconosciuta. Privo dal punto di vista architettonico di elementi tipicamente militari e di fossati, posto in una posizione non strategica, in realtà l’edificio non fu probabilmente una fortezza.

Anche l’ipotesi che fosse una residenza di caccia, attività assai amata dal sovrano, è messa in discussione dalla presenza di fini ornamenti e dall’assenza di stalle e altri ambienti tipici delle residenze di caccia.

A causa dei forti simbolismi di cui è intrisa, è stato ipotizzato che la costruzione potesse essere una sorta di tempio, o forse una sorta di tempio del sapere, in cui dedicarsi indisturbati allo studio delle scienze.

In ogni caso si rivela come un’opera architettonica grandiosa, sintesi di raffinate conoscenze matematiche, geometriche ed astronomiche.

Terminata la visita riprendiamo la strada per Bari e per l’Hotel, dove dobbiamo prepararci per la serata organizzata dal Presidente del R.C. Bari Castello, Gianni Marra Campanale. L’incontro è previsto in un ristorante del centro città, nella parte moderna e piena di vita, in Corso del Popolo al n. 111, ed è proprio così, “111”, che si chiama il locale. Sono presenti una quarantina di Soci del Club, con i quali c’è da subito una simpatica sintonia: Gianni ha voluto che la cena fosse un omaggio alla cucina barese, con un’infinità di assaggi uno più buono dell’altro, che tutti hanno gradito molto. Gli indirizzi di saluto dei tre Presidenti hanno ribadito il piacere di ritrovarci insieme ed i valori rotariani che ci accomunano. Al momento di salutarci, abbiamo chiesto il conto, che però non c’era: siamo stati ospiti di questi nuovi, splendidi amici. Grazie Gianni, speriamo di poter ricambiare in laguna!

La mattina di sabato è tutta dedicata a Bari, prima quella moderna con il suo bel porto, poi, a piedi, il quartiere San Nicola, con i suoi caratteristici vicoletti e i suoi bei monumenti. E’ il quartiere storico della città di Bari. Detto Bari Vecchia dai suoi abitanti, è inserito all’interno delle antiche mura, ed è così denominato, a partire dal XIX secolo, in contrapposizione alla città nuova, la cui edificazione è iniziata a partire dal 1813 sotto il regno di Gioacchino Murat. Bari Vecchia è situata nella penisola racchiusa tra i due porti di Bari, delimitata a sud da Corso Vittorio Emanuele, mentre la città nuova si estende tra la ferrovia e la costa, con strade a reticolo ortogonale. Insieme formano l’odierno centro urbano della città di Bari e sono riuniti dal 2014 nel I municipio denominato quartiere Murat, che è il centro pulsante della città capoluogo pugliese.

La basilica di San Nicola nel cuore della città vecchia di Bari, è uno dei più fulgidi esempi di architettura del romanico pugliese.

Fu costruita in stile romanico tra il 1087 e il 1100, durante la dominazione normanna. L’edificazione della basilica è legata alle reliquie di san Nicola, traslate, per la parte più appariscente, da sessantadue marinai baresi dalla città di Myra, in Licia, e giunte a Bari il 9 maggio 1087.

Prima del pranzo ristoratore, anche questo di sapori esclusivamente pugliesi, passiamo per alcuni vicoli dove, davanti alla porta di casa, alcune donne preparano le famose orecchiette, che i nostri Soci si sono affrettati a comprare fresche, appena fatte. Raggiungiamo poi Piazza Mercantile: un tempo a Bari i debitori insolventi, bancarottieri e falliti, venivano puniti in un modo del tutto insolito: anziché andare dritti alla gogna, come succedeva altrove, venivano legati alla Colonna della Giustizia ed “esposti al pubblico”. Non è difficile quindi capire il perché la colonna, che tuttora possiamo vedere in centro a Bari Vecchia, porti questo nome, anche se molto più spesso viene identificata come Colonna Infame. Ed è proprio intorno a questa colonna che facciamo la foto di gruppo, francesi e italiani assieme, per nulla turbati dalla sua funzione punitiva.

Il pomeriggio è libero da impegni e quindi, mentre le signore si dirigono verso la via pedonale dello shopping, Via Sparano, Stefano Boldrin e Alain Molino sono ospiti a casa di Gianni per vedere Italia-Canada di rugby. Anche qui, ci raccontano, ospitalità a 5 stelle da parte di Gianni e Maria Rosaria.

Ed è la sera di sabato quella dedicata alla Cena di Gala in sala “Federico II” nel nostro Hotel.

Bella la sala, bello l’allestimento, bellissime ed eleganti le signore, ottimo il menu con una ricca serie di antipasti e le immancabili orecchiette, ben innaffiati da vini pugliesi.

Ci onorano della loro presenza il già citato Gianni Marra Campanale con Maria Rosaria, il Presidente del R.C. Bari Mediterraneo Giancarlo Petrosino e il Past President del R.C. Bari Michele Simone con Maria.

I discorsi ufficiali dei due Presidenti, Pietro e Christian, hanno davvero centrato il tema principale di questo nostro stare assieme: l’amicizia, i principi rotariani, la voglia di conoscerci.

E’ Alain Molino che, sorprendendoci, ha voluto ricordare il nostro caro Giulio Argenti: commosso lui nel breve ricordo, commossi noi nell’ascoltarlo.

Nella Cerimonia finale per lo scambio dei guidoncini e dei regali, non abbiamo mancato di lasciare un ricordo di Venezia al Presidente Christian, una murrina, un bel vassoio, ricevendone un prodotto normanno come è il Calvados: a tutti i presenti, in ricordo di questo bel viaggio, un segnalibro argentato con il nostro logo e la dicitura “Bari 2015”.

La mattina dopo ci siamo lasciati con gli amici francesi verso le 11.00, noi diretti a sud a vedere ancora un po’ di Puglia, loro verso l’aeroporto e quindi verso la Normandia.

Ci hanno lungamente ringraziato, ci siamo a lungo abbracciati e salutati con un sincero arrivederci in Francia il prossimo anno: amici preziosi questi normanni, come dice Augusto, sensibili, discreti, sinceri e di grande finezza.

Saliamo dunque a bordo dei due pulmini all’uopo noleggiati (VW e quindi inquinanti !), e ci dirigiamo a sud verso Polignano a Mare. Il nucleo più antico della cittadina sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare Adriatico. Di notevole interesse naturalistico sono le sue grotte marine e storicamente importanti sono il centro storico e i resti della dominazione romana. Tra questi ultimi il ponte della Via Traiana, tuttora percorribile, che attraversa Lama Monachile, la profonda insenatura immediatamente a nord del centro storico. La chiesa Matrice intitolata a Santa Maria Assunta e affacciata sulla piccola piazza Vittorio Emanuele, cuore del centro storico, fu cattedrale fino al 1818, quando la piccola diocesi di Polignano fu aggregata a quella di Monopoli. All’interno sono custodite alcune opere attribuite allo scultore Stefano da Putignano, attivo tra il XVI e il XVII secolo, e l’importante Polittico della Madonna con Bambino e Santi, del XV secolo su tavola dorata di Bartolomeo Vivarini. Non artistica ma a suo modo storica è la statua a Domenico Modugno eretta davanti al mare: l’artista è a braccia aperte mentre, si immagina, canta …”volare oh oh, cantare oh oh oh oh”.

Ottimo, tanto per cambiare, il pranzo al ristorante prospiciente il mare Le Cozze Nere, tanto che sono quasi le tre quando ci rimettiamo in marcia per la nostra prossima e ultima meta: Alberobello e i suoi trulli.

La storia di questi edifici molto particolari è legata a un editto del Regno di Napoli che nel XV secolo sottoponeva ad un tributo ogni nuovo insediamento urbano. I conti di Conversano, proprietari del territorio su cui sorge oggi Alberobello, imposero allora ai contadini inviati in queste terre di edificare a secco, senza utilizzare malta, le loro abitazioni, in modo che esse potessero configurarsi come costruzioni precarie, di facile demolizione. Dovendo quindi utilizzare soltanto pietre, i contadini trovarono nella forma rotonda con tetto a cupola autoportante, composto di cerchi di pietre sovrapposti, la configurazione più semplice e solida. I tetti a cupola dei trulli sono abbelliti con pinnacoli decorativi, la cui forma è ispirata a elementi simbolici, mistici e religiosi.

Alle 18.00 è tempo di muoversi alla volta di Bari Palese, aeroporto Karol Wojtyla, da dove alle 21.20 avremmo dovuto partire per Venezia con il volo Volotea: avremmo, perché in realtà partiremo solo alle 22.30 con un aereo Carpatair (rumeno !) che più di qualche perplessità soleva tra i pur intrepidi viaggiatori.

Comunque tutto è bene quel che finisce bene e alle 00.30 all’aeroporto Marco Polo ci abbracciamo soddisfatti del viaggio, dell’amicizia con francesi e baresi e di quella tra noi che ci da sempre il grande piacere di condividere queste esperienze.

 

Renato M. Cesca



 
N.B. In Galleria le foto !
 
 

 

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