Laudato si’, l’enciclica di Papa Francesco

LAUDATO SI’

L’ENCICLICA DI PAPA
FRANCESCO

 

Venerdì 19 febbraio,
invitati dal RC Venezia Mestre, ci siamo recati presso la sede del Club
all’Hotel Bologna per ascoltare dalla parola di due illustri relatori un
commento alla Lettera enciclica di Papa Francesco “Laudato si’, sulla cura
della casa comune”
, documento che
ha per tema il rispetto dell’ambiente secondo l’etica cristiana, intitolato
all’invocazione di San Francesco nel Cantico delle Creature, documento che ha
avuto vasta eco in tutto il mondo e reazioni entusiastiche ma anche
contraddittorie da parte di gruppi finanziari e industriali.

Relatori Mons. Fabiano Longoni, cattedratico di teologia
morale, direttore CEI dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il
lavoro, e il prof. Carlo Barbante, ordinario di Chimica analitica direttore
dell’Istituto per la dinamica dei processi ambientali, autore di numerosissime pubblicazioni
scientifiche e di importanti missioni di ricerca.

Mons. Longoni con il suo intervento ha voluto fare
un’introduzione alla Lettera enciclica, più che fare una presentazione del suo
contenuto, per lasciare quindi al lettore il compito di scoprire l’alto insegnamento
indirizzato a tutto il genere umano.

Il relatore fa una
premessa sul tema del temuto cambiamento climatico. Vi sono opinioni estreme
opposte: chi attribuisce alla presenza umana la responsabilità del dissesto
ambientale, definendo l’uomo cancro del pianeta, chi all’opposto nega
l’esistenza di un cambiamento climatico sistematico. Tra questi due estremi si
pone l’enciclica, affermando che l’uomo non è proprietario della natura né parte
estranea, esso è parte della natura. Ha ricevuto da Dio l’ambiente naturale
come un dono, cioè un munus, termine
che porta con sé il concetto di dono ma nel contempo comporta un obbligo co-mune verso la comunità. In ultima
sintesi, per evidenziare il significato etico dell’enciclica, il relatore
afferma che l’enciclica non è un
trattato ecologico biocentrista dove l’uomo sarebbe visto come un estraneo
cancro del pianeta e causa del dissesto, non
è altrimenti un trattato antropocentrico dove invece l’uomo si configurerebbe
come il padrone assoluto della natura secondo il concetto pagano di uti et abuti, ma è un documento dove
l’uomo non è né estraneo né padrone della natura ma ne è parte integrante e il
suo ruolo è la custodia del dono che ha ricevuto e che deve trasmettere alle
future generazioni.

E’ seguita la
relazione del prof. Barbante, che ha tracciato l’evoluzione del clima nel corso
delle ere geologiche, osservando come le variabili astronomiche (variazione
dell’orbita ellittica, variazione dell’inclinazione dell’asse terrestre) e
geologiche spazio-temporali che influenzano il clima hanno una vastità enorme,
dal micron all’anno luce, dal secondo al milione di anni, per cui è difficile
percepire una tendenza attendibile nella misura della nostra dimensione.
Tuttavia è indubitabile nella nostra epoca l’esistenza dell’intervento umano nel
cosiddetto effetto serra, cioè l’aumento della temperatura media del globo
(0,8°C) e in particolare delle Alpi e dei Poli (1,5°C), causato dall’aumento
dell’anidride carbonica (CO2), rilasciata dalla combustione dei
combustibili fossili e del legno. E’ innegabile quindi la responsabilità
dell’uomo per quanto attiene all’aumento della temperatura globale, tuttavia il
professore si è detto fiducioso nella capacità della scienza e della tecnologia
a dominare il fenomeno con lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile,
solare fotovoltaica eolica idraulica, come anche con le tecniche di fissazione
della CO2, come strumento per la riduzione del gas serra per la conservazione
dell’ambiente. Non ha espresso un’opinione decisa sul nucleare, probabilmente
per l’incognita della sicurezza e dello smaltimento delle scorie, ma ritiene
comunque che anche questa tecnologia, che è in costante sviluppo di ricerca,
sia da tenere in considerazione.

 

 

 

 

 

Un lungo dibattito è seguito, a dimostrazione del grande
interesse dell’argomento, che richiederebbe altre lunghe sedute per
approfondirlo adeguatamente.

Grazie ai dotti relatori, che ci auguriamo di incontrare
ancora.

Rocco Majer

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