Africa Orientale Italiana

AFRICA ORIENTALE
ITALIANA

La riunione del 10 marzo è stata dedicata ad una rievocazione
di storia recente, ad opera del nostro gradito ospite Ing. Alessandro Andò,
figlio del Tenente Antonino Andò, combattente in Africa Orientale all’epoca del
secondo conflitto mondiale.






















Il relatore Ing.
Andò, laureato a Padova e Master in Ingegneria al Politecnico di Milano, ha
ricoperto diversi ruoli tecnici e commerciali presso primarie aziende italiane
di componentistica ed è stato membro di commissioni ed associazioni europee
quali CENELEC ed EUROBAT.

Appassionato di storia, è interessato ai temi di geopolitica
e di evoluzione dell’arte militare. La sua relazione è stata una rievocazione
della campagna d’Africa Orientale Italiana, combattuta tra il giugno 1940 e il novembre
1941, nella quale le forze italiane, inferiori per uomini e mezzi, isolate e
circondate da territori dell’Impero britannico e alleati, si comportarono
valorosamente fino alla triste conclusione della resa, con gli onori militari,
per l’alto valore riconosciuto dal Comando Britannico.







Dopo un iniziale
attacco offensivo italiano del giugno 1940, che portò alla conquista della
Somalia Britannica, si sviluppò la controffensiva britannica, con più di
250.000 uomini giunti da tutto l’impero britannico e dagli USA (in azzurro
sulla cartina), contro le forze italiane consistenti in circa 80.000 unità più
200.000 Ascari, cioè truppa indigena. Naturalmente la criticità per le forze
italiane era nella forza aerea insufficiente, nella scarsità di mezzi di trasporto,
di carburante, di ricambi, nella carenza di strade idonee e nella presenza di
guerriglia interna fomentata dai britannici.

Un primo risultato dell’offensiva britannica del Comandante
in capo Wavell si ebbe con la battaglia di Cheren, teatro di episodi valorosi
degli italiani (tre medaglie d’oro e medaglia d’argento al Battaglione Alpini),
che portò alla perdita dell’Eritrea, ricordata dall’Eastern Epic di Compton
Mackenzie, Londra, come “una delle migliori prove di forza della storia
militare italiana recente, nonostante il risultato; questo grazie al coraggio
dei soldati italiani e degli Ascari”.

L’offensiva proseguì sul fronte meridionale; la mitica resistenza
italiana sull’Amba Alagi durò dal 15 aprile al 17 maggio 1941 con 4000 uomini
al comando del Duca Amedeo di Savoia-Aosta e si concluse con la resa con
l’onore delle armi. Come è noto, il Duca Amedeo d’Aosta morì in prigionia.

Il seguito dell’offensiva è una dolorosa serie di battaglie,
episodi di tenacia e coraggio e medaglie d’oro al valore, Amara, Culqualber,
Galla Sidama, Mega, Dubuluk, Soddu, piana di Umbo, episodi che videro il Tenente
Antonino Andò combattere valorosamente, ricostruiti nell’appassionata relazione
dell’oratore. Nel novembre del 1941 tutto il Corno d’Africa era occupato dai
britannici: l’Africa Orientale Italiana non esisteva più.

Conclusione del relatore Ing. Alessandro Andò:

“Le forze britanniche poterono contare su ininterrotti
approvvigionamenti provenienti da tutti i territori dell’Impero Britannico,
sulla superiorità tecnologica di forza aerea e meccanizzazione spinta delle
truppe terrestri e sull’impiego tattico della guerriglia.

Le forze italiane, strutturate per il controllo locale, isolate
e non attrezzate per compiti strategici, non poterono che contrapporre tenacia
e coraggio.”

“Mancò la visione non il valore”

Rocco Majer



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