Missione Normandia

Missione Normandia.

E’ una mattinata piovosa quella di giovedì 11 settembre, quando alle 7.15 il gruppo di “missionari” rotariani si ritrova all’aeroporto di Treviso: il Presidente Francesco Sarti con Donatella, Adriano Bianco, Augusto Gabbrielli, Stefano Siggia, Stefano M. Boldrin, Antonella Fede, Marina Roncoroni, Alberta Vicari, Renato M. Cesca con Mara. Purtroppo all’ultimo momento ha dovuto rinunciare al viaggio Alessandro Nalin: sarà per la prossima volta.

Puntuale il volo Ryanair con destinazione l’aeroporto di Beauvais Tillé dove troviamo ad attenderci, oltre ad un sole “italiano”, Ivana Vianello con Roberto, reduci da qualche giorno a Parigi, e gli amici francesi Jean, Pierre e Jean-Eude, che hanno avuto la cortesia di venire a darci il benvenuto in terra di Francia.

Ritirati ad Europcar i due pulmini VW Caravelle, con alla guida Stefano M., che imbarca Alberta, Antonella, Ivana, Roberto, Augusto, Stefano, e Renato cui fanno compagnia Adriano, Francesco, Donatella, Marina e Mara, il convoglio si dirige a nord, verso la costa normanna. La meta é Varengeville sur Mer, vicino a Dieppe, dove è prevista la prima sosta per il pranzo. Attraverso una natura lussureggiante, che ci accompagnerà per tutto il viaggio, arriviamo al ristorante La Terasse con una bella vista sul mare e un ottimo menu, cui tutti si dedicano con passione.

La meta successiva è Etretat, comune francese di 1.535 abitanti situato nel dipartimento della Senna Marittima, nella regione dell’Alta Normandia, ed affacciato sul Canale della Manica. È una delle principali località della Costa d’Alabastro. Sorta come un modesto villaggio di pescatori, la località oggi è una delle stazioni balneari più rinomate per la bellezza delle spiagge ghiaiose, ma soprattutto per le sue falesie naturali di calcare a picco sul mare, che includono un famoso arco naturale. Queste scogliere, insieme alle spiagge frequentate da villeggianti, hanno attratto molti artisti, tra cui i pittori Eugène Boudin, Gustave Courbet e Claude Monet che le hanno immortalate, ma anche scrittori come Maurice Leblanc, che vi ha ambientato un racconto del suo personaggio più famoso, Arsenio Lupin, Gustave Flaubert e Guy de Maupassant.

Purtroppo la viabilità non particolarmente scorrevole di questa regione richiede parecchio tempo per spostarsi da una località all’altra, ragione per la quale non è possibile fermarsi a visitare Honfleur, ma bisogna puntare direttamente verso Deauville, superando lo spettacolare ponte Normandie, nei pressi di Le Havre, alto 52 mt. e lungo più di 2 km. che scavalca l’estuario della Senna, qui porto fluviale di grande importanza. Deauville è un comune francese di 4.014 abitanti situato nel dipartimento del Calvados nella regione della Bassa Normandia. È celebre come raffinata località balneare e mondana della Côte Fleurie, fin dalla seconda metà dell’Ottocento.

E’ il tramonto quando raggiungiamo l’albergo che ci ospiterà la prima notte e dove è prevista anche la cena: La Mare ò Poissons a Ouitreham si rivela molto accogliente e la cena, come sempre in allegra amicizia, è davvero apprezzata dai fini palati dei convenuti. Dato che la conversazione è molto animata, siamo “costretti” a rinfrescare l’ugola con abbondanti libagioni di ottimo vino francese, cui fa seguito la specialità locale, il Calvados.

Venerdì 12, che si presenta soleggiato come il giorno precedente, ci avviamo alla volta delle Spiagge dello Sbarco che videro la più imponente operazione aereo-navale della storia il 6 giugno 1944: i loro nomi in codice erano SWORD, GOLD, JUNO, UTAH e OMAHA sede del principale cimitero di guerra americano di Colleville sur Mer, dove riposano 9.387 caduti, di cui 304 ignoti e 4 donne. Tra i militari qui sepolti, tre di essi sono stati insigniti della Medaglia d’Onore. Il più celebre è Theodore Roosevelt Jr., figlio del presidente Theodore Roosevelt. Dopo la costruzione del cimitero, un altro dei figli di Roosvelt, Quentin, il quale era morto durante la I Guerra Mondiale, fu riesumato e trasferito vicino al fratello Theodore Jr. Nel cimitero sono inoltre sepolti Preston e Robert Niland, la cui storia ha ispirato Steven Spielberg per la realizzazione del film Salvate il soldato Ryan.

Emozionati per il significato del luogo e per la sua bellezza, con il contrasto tra il verde del prato, il bianco  delle croci e il blu del mare che lo lambisce, ci rimettiamo in marcia per raggiungere la vicina città di Bayeux dove, Au Trou Normand, ci accomodiamo per il pranzo dentro enormi botti, giusto per non dimenticare che qui oltre che mangiare bisogna anche bere! Passiamo davanti alla imponente Cattedrale della città per prendere la strada verso Evreux dove arriviamo verso le 18.30 all’Hotel Palais des Congrés che, guarda caso, è davanti al centro fieristico dove ogni anno ai primi di marzo il Rotary Club organizza le Salon du Vin.

Il tempo di cambiarci e scendiamo ad incontrare i nostri ospiti che, dopo un veloce drink di benvenuto, cui partecipano anche i rotariani belgi, ci dividono in gruppetti per riceverci a cena nelle loro case: non possiamo raccontare le singole diverse esperienze, ma la mattina dopo a colazione tutti, ma proprio tutti, erano entusiasti dell’accoglienza, della cena e della affettuosa amicizia dei nostri amici, che ha fatto superare anche le difficoltà linguistiche.

Dicevamo dei belgi: il Rotary Club Verviers Vesdre è gemellato da oltre venti anni con il Club Evreux Beffroi, e quindi tra loro c’è una grande familiarità e consuetudine. Verviers (in vallone Vervî) è una città francofona del Belgio situato nella Regione Vallone nella provincia di Liegi. L’entità attuale è il risultato della fusione nel gennaio 1977 dei vecchi comuni di Verviers, Ensival, Heusy, Lambermont e Stembert. La città, circa 50.000 abitanti, è il capoluogo dell’arrondissement di Verviers che conta 29 comuni.

La mattina di sabato sempre con il sole e, nelle prime ore del mattino, con un freschetto intenso, ci vede pronti a salire sul bus per la programmata gita tutti assieme: il problema è che il bus non arriva e quindi, tra la costernazione dei nostri ospiti per il piccolo incidente organizzativo, che invece italiani e belgi hanno preso con spirito sportivo, si recupera un pulmino e alcune auto private e si parte alla volta della prima meta, il castello La Roche Guyon. Antichissimo, sorge nel X secolo come forte di difesa per proteggere il territorio reale dell’Ile de France. Appartiene alla famiglia de la Roche Guyon fino al XV secolo: Guy VII de La Roche Guyon muore senza discendenza maschile nel 1460; la figlia Marie (+1497) sposa il ciambellano di Luigi XI, Bertin de Silly, ed il castello passa alla famiglia de Silly. Costoro trasformeranno la fortezza medievale in residenza abitabile: Francesco I ed Enrico II frequenteranno il castello per battute di caccia. Curiosa ma non rara coincidenza: in futuro i passaggi di proprietà avverranno sempre in seguito a matrimoni. Alcuni del nostro gruppo (vero Adriano ?) hanno il coraggio di seguire la Guida fino in cima al torrione più alto dove, dopo oltre 400 gradini tra l’altro molto alti, si può godere di una bella vista sui boschi circostanti e sulla Senna che scorre maestosa verso il mare. La zona è caratterizzata da insediamenti trogloditi che vivevano in grotte scavate nella roccia friabile, simili ai nostri Sassi di Matera.

 

E’ ora di pranzo e quindi, visto che l’appetito è stato sollecitato dalla scalata alla torre, ci accomodiamo a tavola a Giverny. E’ un comune francese di 523 abitanti situato nel dipartimento dell’Eure nella regione dell’Alta Normandia. Il villaggio di Giverny ospita la casa dove dimorò e morì Claude Monet dal 1883 al 1926, oggi nota come Fondation Claude Monet. Il « musée des impressionnismes Giverny », vero « museo degli impressionismi » presenta ogni anno due-tre mostre temporanee che riuniscono i più grandi nomi dell’impressionismo, in particolare la vera « colonia » di pittori di Giverny e della Valle della Senna. Cent’anni fa una colonia di artisti impressionisti americani si installò a Giverny; sui loro passi e grazie a “Terra Foundation for American Art” vede la luce, nel 1992, il MAAG, Musée d’Art Américain de Giverny, che nel 2009 diventerà Centre de l’Impressionnisme affermando il carattere internazionale del movimento e della «colonia» di Giverny.

 

Accompagnati da una guida, Sandrine, visitiamo poi i famosi giardini della casa di Monet, con il celeberrimo stagno delle ninfee ispirazioni per i capolavori del Maestro Claude Monet (1840-1926) che, tra tutti i pittori dell’impressionismo, può essere considerato il più impressionista di tutti. La sua personale ricerca pittorica non uscirà mai dai confini di questo stile, benché egli sopravviva molto più a lungo dell’impressionismo. La sua formazione avvenne in maniera composita, trovando insegnamento ed ispirazione in numerosi artisti del tempo. A diciotto anni iniziò a dipingere, sotto la direzione di Boudin, che lo indirizzò al paesaggio en plain air. Recatosi a Parigi, ebbe modo di conoscere Pissarro, Sisley, Renoir, Bazille. In questo periodo agisce su di lui soprattutto l’influenza di Courbet e della Scuola di Barbizon.

 

A metà pomeriggio riprendiamo la via per rientrare a Evreux dove, stanchi ed accaldati, abbiamo appena il tempo di cambiarci che è già ora di rimetterci in macchina per raggiungere, a circa 40 km., la località di Val de Reuil dove in una location molto particolare si svolgerà la cena di gala. Entriamo infatti a Biotropica, una serra tropicale inserita in una vasta area naturale di circa 6.000 mq. che comprende anche due grandi laghi. All’interno sono conservate circa 120 specie  vegetali e 150 animali. Dopo aver visitato la serra, con pipistrelli, scimmie, uccelli di varie dimensioni, acquari e una lussureggiante vegetazione, ci accomodiamo al ristorante dove, al suono di campana, il Presidente Pierre Cochet dà inizio alla serata. La disposizione dei tavoli è stata curata con molta attenzione in modo che italiani, belgi e francesi si mischino tra loro ma con almeno una/due persone per tavolo che parlano italiano.

 

Brevi gli indirizzi di saluto (con la impagabile, fantasiosa traduzione di Alain Molino) dei Presidenti, Pierre, Stefano e Thierry, il cui cognome Da Via rivela le origini italiane: i tre ribadiscono con diversi accenti il piacere di ritrovarci e la solidità della reciproca amicizia che tutti si augurano destinata a durare a lungo. Segue poi lo scambio dei tradizionali regali che vede Francesco e Thierry ricevere un voluminoso e prezioso libro sugli Impressionisti mentre noi offriamo a Pierre un cofanetto con “La chiave dell’amicizia” e all’amico belga il piattino d’argento del trentennale. E’ quasi mezzanotte quando riprendiamo la strada per Evreux, tutti meno Francesco e Donatella il cui ospite, non pratico del parco, non riesce più ad uscirne facendo temere a Presidente e Presidentessa di dover trascorre la notte in macchina; fortunatamente verso la 1.30 riescono anche loro a raggiungere l’agognato hotel.

 

La mattina di domenica è dedicata ad una passeggiata per Evreux e alla S. Messa nella splendida Cattedrale, dove abbiamo la fortuna di ascoltare il suono del monumentale, imponente organo. Alle 12.00 in punto siamo già al Golf Club per il brunch di commiato e purtroppo noi siamo i primi a partire per ragioni di orario del volo da Beauvais, che dista circa due ore di viaggio. Siamo tutti un po’ commossi, senza retorica, perché l’affetto e l’amicizia sono davvero sinceri e ormai collaudati.

Au revoir cari amici francesi e belgi, arrivederci in Italia nel 2015, e grazie, davvero grazie di tutto !!!

Renato M. Cesca

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