IL PATRIMONIO DELLA CASSA DI RISPARMIO DI VENEZIA
Il Dr. Gianni Crovato, storico ed ex dirigente della Cassa di risparmio di Venezia, ci ha intrattenuto il 14 gennaio con una interessante relazione sulla storia e sul patrimonio di una antica e prestigiosa istituzione veneziana che ha accompagnato a storia economica della Città e del Veneto negli ultimi duecento anni: la Cassa di Risparmio di Venezia, che ha chiuso la sua esistenza autonoma dopo centonovant’anni, destino purtroppo segnato da particolarismi e interessi di natura politica.
La storia e la consistenza del patrimonio della Cassa sono stati illustrati presentando un libro, IL PATRIMONIO CARIVE. L’archivio storico e le collezioni della Cassa di Risparmio di Venezia, in elegante veste editoriale, opera riccamente documentata del Dr. Crovato, che ce ne ha donato copia, una per il Presidente e una per la nostra biblioteca.
La Cassa di Risparmio di Venezia è la più antica cassa di risparmio, ancora attiva, sorta in Italia. Condivide la storia della città e della sua provincia, le sue fasi di crescita e quelle di flessione, nei momenti tristi delle guerre e in quelli più positivi delle ricostruzioni, sostenendo ricchezza e povertà.
C’è un filo rosso che si snoda nel tempo e che potrebbe, con uno sforzo di immaginazione, ricondurre la nascita della Cassa di Risparmio di Venezia molto tempo prima della data nota e ufficiale del 12 febbraio 1822.
Il libro ripercorre, utilizzando fonti primarie dell’archivio interno (documenti e deliberazioni) e secondarie (della Biblioteca veneziana), la storia della Carive, partendo dalle “radici” e dagli istituti progenitori (Banco Pignorativo Comunale e Monte di Pietà); un capitolo è riservato alle diverse sedi, tra passato e presente – da quella iniziale del 1822 in palazzo Donà dalle Rose alla Maddalena, a Cannaregio, a quella “moderna”, progettata da Pier Luigi Nervi in campo Manin, inaugurata nel 1972 – e un altro riservato alle “figure di rilievo” che nel corso di quasi 2 secoli hanno fatto crescere l’istituzione nel contesto provinciale.
Altri capitoli descrivono la mappa dell’archivio storico della Carive, con il dettaglio delle 11 sezioni, 319 buste (2176 fascicoli) e un repertorio, ricco e documentato delle collezioni di dipinti, delle sculture, di altri arredi, di monete e dei preziosi volumi della Biblioteca a carattere veneziano.
Nel descrivere centonovant’anni di storia sono stati individuati dall’autore tre linee di percorso storiografico. La prima, che a tutta prima potrebbe apparire insignificante e banale, è quella rilevata dai marchi, dai simboli, dai logotipo, nel corso del tempo e nelle diverse amministrazioni hanno caratterizzato l’Istituto o meglio gli Istituti collegati a vario titolo. Questi risultano emblematici dell’epoca storica vissuta e sintetizzano l’organizzazione sottostante. Un altro percorso di approfondimento è quello relativo ai luoghi, agli spazi occupati sia centrali sia periferici. Dalla prima sede a Cannaregio, dove il Banco Pignoratizio continua l’attività rilevata dagli storici banchi dell’attiguo Ghetto. Il trasferimento della sede a Ca’ Farsetti, nei locali del Municipio, rappresenta un ulteriore passo. Siamo nel sestiere di San Marco a pochi passi dal ponte di Rialto dove per secoli hanno operato il Banco Giro e i numerosi banchi privati gestiti dai patrizi veneti. A segnare un evento epocale è il trasferimento in campo Manin in una nuova costruzione, in un nuovo campo, nei momenti in cui Venezia tenta la trasformazione di moderna metropoli. Quindi la terraferma, quando la vicina Mestre è ancora comune autonomo, e poi le guerre con le fasi di distruzione e di ricostruzione. Il territorio provinciale diventa la roccaforte. Il terzo percorso di ricerca storiografica è quello più classico degli archivi. Non serve spostarsi tanto perché gli archivi sono quelli interni, ben custoditi e catalogati. L’archivio storico accanto alla Biblioteca di carattere veneziano e ai numerosi quadri e oggetti d’arte rappresentano la memoria e il patrimonio non solo di una istituzione, ma di una intera comunità. Il patrimonio di cultura di un’istituzione è rappresentato dall’impegno e dalla lungimiranza delle persone che nel tempo vi hanno operato.
Più antica è l’istituzione più facile è, per un attento osservatore, percepire tra gli edifici, tra gli archivi, tra gli oggetti, il ricordo del passato e “l’anima” del patrimonio stesso. Da tutti questi elementi si possono intuire le storie personali e percorrere la storia collettiva della comunità che ha cullato il processo di evoluzione civile e sociale e che poi ne è diventata la beneficiaria, l’erede materiale dei beni e della memoria. Il patrimonio non è solo quello riconducibile ai beni mobili e immobili, ma anche e soprattutto alle persone, all’opera dei tanti protagonisti alcuni noti altri meno della storia della Carive: chi sono questi protagonisti, tracciare il loro profilo, capire perché e con quali motivazioni hanno operato, come hanno agito. Altro obiettivo prioritario è quello di far conoscere il patrimonio custodito in modo di favorire approfondimenti ulteriori, magari in un contesto di ricerca universitaria.
CRONOLOGIA
1797 soppressione dei banchi del Ghetto
1806 istituzione del Banco pignorativo comunale
1811 soppressione del Banco Giro della Veneta Repubblica
1822 istituzione Cassa di Risparmio di Venezia
1822 sede a Cannaregio
1834 istituzione Monte di Pietà e chiusura del Banco Pignorativo
1834 sede a Ca’ Farsetti
1853 nuovo statuto – amministrazione autonoma
1866 Regno d’Italia
1875 sede a San Luca
1886 nuovo statuto
1886 sede in campo Manin
1891 accordo case sane
1893 contributo per istituzione Biennale
1906 istituzione ca’ Pesaro e fondazione Bevilacqua La Masa
1910 filiale a Mestre, poi a Portogruaro, Dolo e Mirano
1920 consolidamento filiali in provincia e nel centro storico di Venezia
1992 trasformazione in spa
1994 Casse Venete (Padova)
2002 San Paolo (Torino)
2006 Intesa-San Paolo (Milano)
2014 Fine della storia (la proprietà assorbe la Carive, la cancella dal ruolo alla Banca d’Italia e mantiene solo il marchio negli sportelli in provincia di Venezia). Tutto il patrimonio storico verrà affidato alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia.
Grazie al Dr. Crovato, studioso, scrittore e testimone delle tradizioni veneziane, dalla storia all’economia e ai costumi, non ultima l’arte della voga veneziana, di cui è appassionato cultore; ci ha fato rivivere con un po’ di rammarico le vicende di un istituto che anche per molti di noi ha fatto parte della nostra vita.
La redazione
(liberamente tratto dal testo del Dr. Giorgio Crovato)