Isabella Teotochi Albrizzi

 

“Isabella Teotochi Albrizzi.

La libertà di pensare e di affermarsi tra il 700 e
l’800″

 

Giulia Reitani,
laureata in Lettere classiche, docente di Italiano, Storia, Latino e Greco
negli Istituti superiori, molto attiva come conferenziere su argomenti
letterari, è stata nostra ospite nella riunione del 3 marzo, durante la quale
ha tenuto una relazione sul tema dei salotti letterari del ‘7-‘800, in
particolare il salotto di Isabella Teotochi Albrizzi, la “Temira” cantata da
Pindemonte, una nobildonna di origine greca di Corfù, che
fu una delle
donne più ricche di brio e più ammirate della sua epoca, dando vita a Venezia ad
un salotto letterario, all’epoca il più rinomato in Europa. Pindemonte,
Cesarotti, Canova, Byron, Foscolo, Alfieri furono tra i più assidui
frequentatori del salotto veneziano e della villa sul Terraglio di questa donna
che univa bellezza, fascino, cultura e spregiudicatezza
. “Aveva un vivo lampo nei grandi
occhi nerissimi e scintillanti, una folta e inanellata chioma corvina, lasciata
ricadere liberamente sulle spalle… una vera bellezza greca, un vero modello di
Fidia. Nel suo volto vi era la finezza greca, la passione italiana, l’amabilità
francese…”

La relazione della Prof. Reitani, condensata dal testo di una
sua pubblicazione (di cui ci ha gentilmente fatto dono), tocca le vicende dell’attività
di letterata e la vita privata di questa donna di eccezionale cultura, dal
matrimonio a 16 anni con l’attempato patrizio veneto Carlo Marin, una unione
imposta e indesiderata, alla quale Isabella reagì alla ricerca della libertà e
della personale affermazione: la vita di Isabella è punteggiata di amanti, il
barone
Dominique Vivant Denon, la più grande passione della sua vita,
l’annullamento del matrimonio con
Carlo Marin, il nuovo matrimonio con Giuseppe Albrizzi, una breve passione con
Ugo Foscolo, che rimase poi suo fedele amico. Autrice di varie opere
letterarie, tra cui “Ritratti” di personaggi illustri dell’arte, della letteratura
e della società, nella sua villa sul Terraglio, poi nel palazzo Albrizzi di
Venezia Isabella aveva la sua attività di letterata, recitava opere teatrali,
ospitava persone eminenti della cultura del tempo.

Ultimo dei suoi
amanti, Tommaso Mocenigo Soranzo, le fu di sostegno dopo la morte del marito
Giuseppe Albrizzi. Negli ultimi anni di vita ebbe riconoscimenti e visite da
personalità della cultura e della società, Byron, Leopardi, Walter Scott,
l’Arciduchessa Elisabetta d’Austria, che le rese onore poco prima della morte.
Fu sepolta nella chiesetta delle Grazie in villa Albrizzi sul Terraglio.

Grazie alla Prof. Reitani, che con la sua relazione ha
toccato un argomento di grande interesse, svelando il ruolo di una donna di
grande cultura e vitalità in un periodo cruciale della storia di Venezia, tra
il tramonto della Serenissima, Napoleone, i fermenti libertari, l’Impero austriaco.

                                                                      Rocco Majer

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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